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NOAA: atteso nuovo sbiancamento di massa dei coralli

13 marzo 2024
2 min di lettura
13 marzo 2024
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Le temperature degli oceani anomale di questi mesi stanno per innescare un evento di sbiancamento dei coralli su una scala senza precedenti. Potrebbe coinvolgere l’intero emisfero australe e superare per intensità e impatto anche quello del 2014-2017. L’allarme arriva dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, che tra le sue funzioni ha quella di monitorare lo stato di salute delle barriere coralline globali.

Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno direttamente legato all’aumento di temperatura degli oceani. Le temperature elevate mettono sotto stress i coralli, che reagiscono espellendo le alghe che li popolano e che sono necessarie alla loro sopravvivenza. La conseguenza visiva più evidente è la perdita di colore, dovuta all’espulsione delle alghe. Le conseguenze si estendono oltre le barriere coralline, colpendo ecosistemi oceanici, pesca ed economie dipendenti dal turismo. Dalle barriere coralline dipendono circa il 25% delle specie marine, tra cui almeno 4.000 specie di pesci. Il collasso dei reef può quindi avere effetti a cascata su altri ecosistemi e portare alla riduzione delle popolazioni di molte specie marine.

Il precedente evento globale di sbiancamento dei coralli, avvenuto dal 2014 al 2017, ha portato a una significativa perdita di coralli, con la sola Grande Barriera Corallina che ha perso quasi un terzo dei suoi coralli. Durante l’ultimo evento di massa di sbiancamento dei coralli, si stima che in media sia morto il 15% delle barriere coralline, mentre una percentuale molto maggiore è stata danneggiata. Quell’episodio è però avvenuto a temperature degli oceani inferiori a quelle attuali, un fattore che fa ipotizzare agli scienziati della NOAA che quest’anno l’impatto sui reef potrebbe essere ben peggiore. Per dichiarare il quarto evento globale di sbiancamento di massa dei coralli, è necessario che si verifichi uno sbiancamento diffuso negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano. Gli scienziati utilizzano dati sulla temperatura della superficie del mare e immagini satellitari per valutare l’entità dello sbiancamento. Sebbene i criteri tecnici per dichiarare il quarto evento di sbiancamento di massa siano già stati soddisfatti, la conferma definitiva attende le osservazioni dall’Oceano Indiano. Sono in corso ispezioni sul campo, comprese le indagini aeree sulla Grande Barriera Corallina, per valutare l’entità dello sbiancamento e determinare le necessarie misure di conservazione.