Ci sono diverse teorie sulla domesticazione dei cavalli e ultimamente ne è stata proposta una nuova che ribalta le conoscenze fino a ora acquisite ed è attualmente considerata la più probabile. Ma prima vediamo le altre teorie.
Ipotesi indoeuropea (anche nota come "ipotesi Kurgan"). Questa era la teoria dominante, sostenendo che la domesticazione dei cavalli avvenne intorno al quarto millennio a.C. ad opera del popolo Yamnaya nelle steppe dell'Asia occidentale e del Mar Nero. Si pensava che la maggiore mobilità offerta dai cavalli avesse contribuito a diffondere le lingue e le culture protoindoeuropee in tutta l'Eurasia. Questa teoria era supportata da prove, come la presenza di resti di cavalli, possibili buche per pali di recinzione e frammenti di ceramica con residui di grasso di cavallo nei siti Yamnaya. Tuttavia, recenti studi che hanno analizzato il DNA estratto dai resti di quegli antichi cavalli hanno confutato questa teoria, dimostrando che i cavalli Yamnaya non erano gli antenati dei cavalli domestici odierni.
Cultura Botai. Questa teoria si basava su scoperte archeologiche in siti della cultura Botai in Kazakistan, risalenti al quarto millennio a.C., dove sono state trovate grandi quantità di ossa di cavallo e, anche in questo caso, buche nel terreno che avrebbero potuto ospitare la base dei pali di recinzione. Sui denti di molti cavalli sono stati trovati segni di usura compatibili con l'uso della briglia. Tuttavia, il sequenziamento dei geni ha rivelato che i cavalli Botai non erano antenati dei cavalli domestici, ma del cavallo di Przewalski, una specie selvatica che non è mai stata domesticata. Il cavallo di Przewalski, noto anche come takhi, è un raro cavallo selvatico in via di estinzione originario delle steppe dell'Asia centrale.
Nuova teoria. Le prove più recenti suggeriscono che la domesticazione dei cavalli sia avvenuta nelle steppe del Mar Nero, ma molto più tardi di quanto ipotizzato dall'ipotesi Kurgan. Studi genomici indicano che i primi cavalli domestici sono comparsi poco prima del 2000 a.C., quindi l’umanità cavalca da poco più di 4000 anni. Un tempo decisamente inferiore a quanto ipotizzato dalle teorie precedenti.