Marie-curie-Colorized.jpg

Una vita dedicata alla scienza

08 settembre 2023
4 min di lettura
08 settembre 2023
4 min di lettura

Maria Sklodowska, meglio nota come Marie Curie, nasce il 7 novembre 1897 a Varsavia. Fermamente decisa ad intraprendere gli studi di fisica, nonostante a quel tempo l'idea che una donna potesse intraprendere la carriera scientifica fosse inconcepibile e considerato che l'Università di Varsavia era interdetta alle donne, nel 1891 si trasferisce a Parigi e si iscrive alla Sorbona. A Parigi, Marie incontra Pierre Curie, professore della scuola di Fisica, che il 26 luglio 1895 diventa suo marito e, successivamente, inseparabile "compagno di laboratorio" nella ricerca scientifica a cui i coniugi dedicheranno tutta la vita.
I due coniugi si dedicano allo studio delle proprietà della pechblenda, un composto minerale che risulta essere molto più radioattivo di quanto dovrebbe in base al solo contenuto di uranio. Marie Curie attribuisce questa radioattività alla presenza di un altro elemento chimico, fino ad allora sconosciuto. I Curie cominciano, quindi, un lungo, difficile e faticoso lavoro mirato ad isolare l'elemento misterioso. La loro tenacia e i loro sforzi verranno premiati nel 1898 con la scoperta fondamentale di un nuovo elemento: il polonio, così battezzato in omaggio alla patria di Marie. Ma la ricerca continua e nel 1902 riescono a isolare un ulteriore elemento, ancora più radioattivo del polonio, che viene chiamato “radio”. Un anno dopo la scoperta del radio, Marie Curie fu insignita, insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, del Premio Nobel per la Fisica, “in riconoscimento dei servizi straordinari che essi hanno reso nella loro ricerca sui fenomeni radioattivi”. Negli anni dedicati allo studio della radioattività, Marie comprende, inoltre, che si tratta di un fenomeno atomico, demolendo con questa geniale intuizione la convinzione della fisica di allora che l'atomo fosse la particella più piccola della materia.
Dopo la tragica morte del marito avvenuta nel 1906, Marie Curie continua a lavorare nel suo laboratorio, eredita la cattedra di fisica del marito alla Sorbona e riesce a isolare il polonio puro e il radio puro. Per questo successo, nel 1911, viene insignita del premio Nobel per la chimica, “in riconoscimento dei suoi servizi all'avanzamento della chimica tramite la scoperta del radio e del polonio, dall'isolamento del radio e dallo studio della natura e dei componenti di questo notevole elemento”.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Marie, così come altri scienziati, partecipa allo sforzo bellico del proprio paese in maniera unica e singolare. Marie Curie, infatti, comincia a pensare che i raggi X, scoperti nel 1895 da Wilhelm Röntgen, possano aiutare i dottori a vedere pallottole, schegge di granate e ossa rotte nei corpi dei soldati feriti. Si ingegna subito per trovare un modo per far arrivare il più vicino possibile al fronte le tecnologie di radiografia a raggi X. Riesce a farsi donare un'automobile, l’attrezza con tutto il necessario e crea la prima unità radiologica ambulante. Nel 1919 viene inaugurato l'Istituto del Radio, dove Marie Curie trascorrerà la maggior parte del resto della sua vita. Sotto la sua direzione, l'Istituto diventa un centro mondiale per lo studio della radioattività, che è tuttora un'importante istituzione scientifica per la ricerca sul cancro.
Marie Curie muore il 4 luglio del 1934 a causa di una malattia dovuta alla lunga esposizione alle sostanze radioattive, di cui all'epoca si ignorava la pericolosità. Ancora oggi tutti i suoi appunti di laboratorio sono considerati pericolosi a causa del loro contatto con sostanze radioattive. Sono, quindi, conservati in apposite scatole piombate e chiunque voglia consultarli deve indossare abiti di protezione adeguati.
Le scoperte di Marie e Pierre Curie sono state fondamentali in quanto hanno cambiato il corso della scienza e aperto la strada a un nuovo settore della ricerca scientifica e tecnologica: la fisica nucleare.