I rinoceronti sono comparsi sulla Terra
circa 40 milioni di anni fa e si sono diffusi in Asia, Africa, Europa e Nord
America, condividendo il pianeta insieme agli esseri umani per millenni, come
testimoniato dalle pitture rupestri che ritraggono questi animali, rinvenute
nella grotta Chauvet, nel sud della Francia, risalenti a oltre 30mila anni fa.
Oggi delle 30 specie originarie ne rimangono 5: si tratta del rinoceronte
bianco (Ceratotherium simum), del rinoceronte nero (Diceros bicornis),
del rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis), del rinoceronte di
Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis) e del rinoceronte di Giava o
della Sonda (Rhinoceros sondaicus). Il rinoceronte nero e il rinoceronte
bianco vivono in Africa, mentre le altre tre specie in Asia.
Secondo la classificazione IUCN (IUCN
Red List of Threatened Species), ovvero il più ampio database di
informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di
tutto il globo terrestre, tutte e 5 le specie di rinoceronte sono a rischio:
- Rinoceronte bianco: NT-Near Threatened (quasi minacciata)
- Rinoceronte di Sumatra: CR-Critically Endangered (gravemente minacciata)
- Rinoceronte nero (diverse ssp.): CR -Critically Endangered (gravemente minacciata)
- Rinoceronte della Sonda: CR-Critically Endangered (gravemente minacciata)
- Rinoceronte indiano: VU-Vulnerable (vulnerabile)
A minacciare l’esistenza di questi animali
imponenti e dall’indole pacifica è il bracconaggio: questi enormi erbivori sono
infatti perseguitati per via del corno, il cui costo ha raggiunto cifre
esorbitanti sul mercato nero, pari a oltre 90mila dollari al chilogrammo. Il
corno di rinoceronte, per il quale questi animali vengono mutilati e uccisi,
viene impiegato principalmente nella medicina tradizionale asiatica, si ritiene
infatti che combatta l’impotenza e abbia numerose capacità taumaturgiche. La
medicina tradizionale cinese, ad esempio, utilizza il corno di rinoceronte
polverizzato per guarire febbre, epilessia, malaria, avvelenamenti e ascessi
trasformandolo in un materiale pregiato che incentiva ancor di più il
bracconaggio. Bisogna però sapere che il corno di rinoceronte è composto di
cheratina, la stessa sostanza delle nostre unghie, per cui ogni potere benefico
attribuitogli è frutto di credenze popolari, prive di qualsiasi fondamento
scientifico.
Nel 1970 in Africa vivevano oltre 70mila rinoceronti, oggi, secondo le stime
dell’associazione Save The Rhino, sopravvivono circa 20.500 esemplari di
rinoceronte bianco e poco meno di 5.000 rinoceronti neri. Se il tasso di
mortalità dei pachidermi non dovesse diminuire – i dati riferiscono di un
rinoceronte ucciso ogni sette ore – in meno di 28 anni i rinoceronti potrebbero
estinguersi in natura.
Una curiosità: i rinoceronti trascorrono la maggior parte del tempo brucando
l’erba e non disdegnano lunghe immersioni nelle pozze di fango, dove possono
restare fino a 9 ore al giorno.