C’è chi li chiama “scimmie con le piume” perché sanno fare cose intelligenti paragonabili a quelle di molte nostre cugine scimmie. Usano attrezzi, anzi, modificano legnetti e foglie per ottenere strumenti più adatti allo svolgimento di compiti semplici, come estrarre cibo da un buco nella corteccia, proprio come fanno gli scimpanzé quando, con un bastoncino, catturano le termiti nel nido. Capacità simili ma teste diverse. Il cervello degli uccelli è molto differente da quello dei mammiferi e la cosa non sorprende dato che l’ultimo antenato comune tra noi e i corvi e le galline visse 320 milioni di anni fa. Per esempio, noi mammiferi abbiamo la corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello, sede delle funzioni più complesse e dell’intelligenza. Gli uccelli non ce l’hanno: come fanno a essere così svegli? Le ricerche recenti di due università tedesche spiegano finalmente il motivo dell’intelligenza eccezionale dei corvi e di altre meraviglie piumate, come i pappagalli. Nel cervello degli uccelli c’è una parte che si chiama “pallio” e secondo i ricercatori è proprio la struttura cerebrale responsabile delle capacità mentali dei pennuti. Il pallio quindi fa negli uccelli quello che la corteccia fa nei mammiferi.
C’è un’altra differenza molto evidente tra il cervello mammifero e quello pennuto: le dimensioni. A parità di prestazioni, gli uccelli hanno cervelli piccoli se paragonati a quelli dei mammiferi. Eppure funzionano benone. Come mai? Sappiamo che i neuroni sono le cellule cerebrali che trasportano gli impulsi nervosi. I neuroni formano reti complesse ed è grazie a queste che il cervello di tutti gli animali funziona. Nel nostro cervello, per esempio, ci sono circa 90 miliardi di neuroni interconnessi tra loro che raccolgono le informazioni, le elaborano e rispondono con azioni, pensieri, sogni, emozioni… Cioè con la mente.