Le tecnologie di rimozione dell’anidride carbonica (CDR= carbon dioxide removal) dall’atmosfera sono essenziali per limitare il riscaldamento globale. Tutti gli scenari emissivi dell’IPCC prevedono il ricorso a queste tecnologie. Uno studio guidato dal Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change e pubblicato su Nature Climate Change ha calcolato che queste tecnologie non sono risolutive e che nel 2050 ci potremmo trovare con un gap di capacità di 3,2 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2).Con “rimozione del carbonio” (CDR) si intende il sequestro di CO2 dall’atmosfera attraverso attività intenzionali e il suo stoccaggio in serbatoi terrestri, oceanici o geologici. Tra gli esempi si possono citare la messa a dimora di alberi in terreni precedentemente disboscati o non forestati, il sequestro di carbonio nei terreni agricoli, la produzione di bioenergia con cattura e stoccaggio delle emissioni di carbonio, la fertilizzazione degli oceani per stimolare la loro produzione biologica, e la cattura diretta di CO2 dall’aria.
Secondo lo studio, per riuscire a contenere le emissioni di carbonio e rispettare l’Accordo di Parigi, dovremmo limitare le emissioni annuali di gas serra a 29-33 GtCO2 nel 2030 rispetto alle circa 55 GtCO2 del 2019, per poi scendere ancora a 16-18 GtCO2 nel 2040 e a 8-9 GtCO2 nel 2050. I gas serra residui, anche nel gruppo di scenari emissivi migliori secondo l’IPCC, dovranno essere eliminati con la rimozione della CO2. Secondo i calcoli degli autori, rispetto alle 5,1 GtCO2 di CDR richieste nel 2050 secondo lo scenario più ottimista dell’IPCC, arriveremmo nel migliore dei casi a rimuoverne appena 1,9 GtCO2. E nel peggiore, ci fermeremmo a 0,5 GtCO2.
L’utilizzo delle tecnologie di riduzione del carbonio, inoltre, rischia di essere un modo per ridurre gli sforzi che ogni stato e ogni individuo dovrebbe per tagliare le proprie emissioni di CO2. Nonostante questo, la CDR è una strada da percorrere e gli scienziati suggeriscono di puntare nello sviluppo di tecnologie innovative oggi ancora poco sviluppate come la cattura diretta dall’aria (DAC, direct air capture) e la meteorizzazione arricchita delle rocce (enhanced rock weathering), che oggi valgono appena 0,002 GtCO2 l’anno. Ad oggi la tecnica di rimozione più utilizzata è l’afforestazione e tratiche similari, che catturano circa 3 GtCO2 l’anno.