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Quando il Mediterraneo scomparve

20 settembre 2024
2 min di lettura
20 settembre 2024
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Ci fu un tempo in cui il Mar Mediterraneo non esisteva. Al suo posto restavano vaste distese di sale e pochi laghi salatissimi. La scomparsa del nostro mare ha un nome: la Crisi di Salinità del Messiniano (dal nome della città siciliana Messina). Questo evento avvenne circa 5,5 milioni di anni fa, alla fine del Miocene. A causa del movimento delle placche continentali tettoniche, il Mediterraneo venne isolato dall'Oceano Atlantico.  Questo provocò l'evaporazione dell'acqua e la formazione di uno spesso strato di sale sul fondo del bacino, portando all'estinzione di massa della fauna marina locale. La crisi di salinità del Messiniano è considerato il più grande evento di estinzione sulla Terra dopo quello che portò alla scomparsa dei dinosauri.  Questo evento causò l'estinzione di circa il 90% delle specie endemiche, cioè delle specie tipiche, compresi tutti i coralli. Forse, ma non è certo, solo alcune specie, come le sardine riuscirono a sopravvivere. Quando il Mediterraneo si ricollegò all'Atlantico, l’acqua dell’oceano entro nel bacino e lo riempì con una colossale cascata. Insieme all’acqua entrarono nel rinato Mediterraneo anche pesci, crostacei e tutti gli animali tipici dell’Atlantico. Iniziò così un processo di ricolonizzazione da parte delle specie oceaniche. Questo processo fu lento e richiese oltre 1,7 milioni di anni per ristabilire la ricchezza di specie perduta con la crisi. La fauna che popola il Mediterraneo oggi è quindi il risultato di questo lungo e antico processo di ricolonizzazione. Questo evento che si perde nel tempo ha lasciato tracce geologiche, come vasti giacimenti di sale ora sepolti sotto uno spesso strato di sedimenti. La crisi del Messiniano ci offre un'importante lezione sull'impatto che i cambiamenti ambientali su larga scala possono avere sulla vita e sulla necessità di preservare la biodiversità del nostro pianeta. In particolare la storia antica del nostro mare rende evidente l'importanza di proteggere le specie endemiche del Mediterraneo oggi, in quanto rappresentano un patrimonio biologico unico e fragile. La comprensione del passato ci offre gli strumenti per proteggere questo ecosistema unico per le generazioni future.