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Parla come un cetaceo

30 gennaio 2024
1 min di lettura
30 gennaio 2024
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Sotto al mare la luce è poca e non è facile percepire gli odori. Però i suoni si sentono benissimo perché il suono nell’acqua viaggia circa quattro volte più velocemente che nell'aria. Ecco perché i cetacei, i grandi mammiferi marini come le megattere, le orche, i delfini e i capodogli comunicano soprattutto con la voce. I canti delle balene coprono centinaia di km di distanza. E cosa si dicono? Al nostro orecchio questi suoni, queste vocalizzazioni sembrano, schiocchi, fischi, gridolini brontolii. Anche se quando pensiamo ai suoni emessi dai cetacei, ci vengono in mente soprattutto i canti melodiosi delle balene. Il capodoglio è il cetaceo con i denti più grande del mondo. Lungo fino a 18 metri si immerge a quasi 3000 metri di profondità per cacciare molluschi giganti e pesci adeguati alla sua stazza. Vive ovunque, anche nel Mediterraneo, anche da noi tra il Mar Ligure e il Tirreno. I capodogli emettono suoni simili a “cliks” in sequenza per esplorare l’ambiente e cercare le prede con il biosonar e altri cliks a volume più basso, detti CODAS, per comunicare tra loro. Questo linguaggio subacqueo sembra essere costituito da una serie di codici che ricordano l’alfabeto morse, suoni che i ricercatori stanno registrando in ogni parte del mondo. Per catturare le voci dei capodogli si usano microfoni subacquei speciali detti idrofoni. Per quale motivo raccogliere i Codas?

Il progetto CETI Cetacean Translation Initiative ha uno scopo affascinante e ambizioso: usare l’intelligenza artificiale per tradurre la lingua dei capodogli e comunicare con loro. Cioè realizzare una specie di ChatGpt per parlare con loro. Il gruppo di ricerca raccoglierà i suoni in ampi tratti di oceano e li farà ascoltare al computer che elaborerà una specie di traduttore per parlare il “capodogliese”. lo scopo non è solo scientifico ma serve anche per la conservazione della specie.