La più grande, la balenottera azzurra, ha le dimensioni di un palazzo di dieci piani e il peso di trenta elefanti messi insieme. Le balene artiche, invece, possono vivere per più di cent’anni. Le balene grigie compiono una delle migrazioni annuali più lunghe mai registrate: percorrono circa 16.000 km ogni anno per spostarsi dalle acque polari, dove si nutrono, alle acque temperate vicine all’Equatore, dove si riproducono. Per celebrare queste creature dall’intelligenza straordinaria e ancora misteriosa e sottolineare la necessità di proteggerle, nella terza domenica di febbraio ricade la Giornata mondiale delle balene.
La ricorrenza è stata istituita nel 1980 a Maui, nelle Hawaii. Da allora, ogni anno, in occasione del Maui Whale Festival, si omaggiano le megattere che ritornano nell’isola dopo la migrazione stagionale; la manifestazione è organizzata dalla Ong Pacific Whale Foundation e si tratta di un evento (che almeno in tempi pre-Covid) richiama migliaia di persone sulla costa hawaiana; carri allegorici, musica, film ed eventi per ricordare l’importanza di questi meravigliosi giganti del mare.
Dalla caccia alle balene, all’inquinamento da plastica in mare, i rischi per queste creature non possono essere sottovalutati. Il divieto di caccia alle balene è entrato in vigore nel 1986; eppure, ancora oggi, in alcuni Paesi, come Giappone e Norvegia, questi animali sono cacciati, aggirando il divieto con scappatoie attribuite alla ricerca scientifica. Come altri abitanti del mare, inoltre, le balene sono vittime dei rifiuti plastici oceanici, incluse le temute microplastiche. E a queste minacce se ne aggiungono altre, sempre di natura antropica, come l’inquinamento, il riscaldamento globale e l’interazione con le attività di pesca. A fronte di tutto questo, è fondamentale comprendere quanto sia un’emergenza tutelare questi mammiferi, mobilitandosi tutto l’anno e non soltanto in occasione della Giornata Mondiale delle Balene.