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I carapaci delle tartarughe sono un archivio storico

28 agosto 2023
2 min di lettura
28 agosto 2023
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I carapaci delle tartarughe sono un archivio di dati, infatti sono in grado di conservare traccia del passato del pianeta Terra. Un gruppo di ricercatori guidati da Cyler Conrad del Pacific Northwest National Laboratory ha esaminato i carapaci di numerose specie di tartarughe e testuggini vissute in prossimità di siti interessati da test nucleari o vicini a impianti nucleari, scoprendo che queste strutture riescono a conservare tracce di contaminazione ambientale che possono essere lette nel tempo (come per esempio le carote di ghiaccio estratte dai ghiacciai). L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Pnas Nexus.

Le tartarughe analizzate provenivano dalle isole Marshall e dal Nevada Test Site (entrambi noti per essere stati teatri di numerosissimi test di armi nucleari), o da aree prossime a siti di lavorazione e produzione di materiale radioattivo (come il Savannah River Site e la Oak Ridge Reservation). I ricercatori hanno analizzato i radionuclidi dell'uranio derivanti dall'attività umana presenti nei loro carapaci, strutture di cheratina che bioaccumulano sostanze presenti nell’ambiente al momento della formazione e crescita.

L'uranio è un elemento naturalmente radioattivo ma i rapporti tra i diversi isotopi possono essere un indizio riconducibile alle attività umane, come nel caso dell'uranio arricchito o impoverito. In particolare, concentrandosi sull'analisi dell'isotopo 236U, di origine umana, i ricercatori hanno osservato che in quattro dei cinque casi analizzati era possibile osservare contaminazioni nucleari di origine umana.

I ricercatori sottolineano che, pur essendo esiguo il numero dei campioni analizzati, i risultati sono significativi, perché, ampliando la numerosità del campione di analisi, si potrebbero ottenere importanti informazioni riguardo la contaminazione ambientale in altri siti notoriamente collegati ad attività nucleari, compresi quelli di incidenti nucleari come Fukushima per esempio.

Maggiori ricerche in questa direzione, inoltre, permetterebbero di comprendere meglio il ruolo delle tartarughe come sentinelle ambientali. Questo studio è un invito a non limitarsi a studiare solo gli isotopi di uranio né solo le tartarughe, ma qualsiasi pianta e animale i cui tessuti crescano nel tempo e possano funzionare come serie storiche, concludono gli autori. Come per esempio le spine dei cactus o le piume degli uccelli.