I coralli sono tra gli organismi marini oggi più a rischio, sono infatti minacciati dall’acidificazione delle acque, dal surriscaldamento degli oceani e dalla crescente attività umana. In particolare, l’inquinamento rappresenta un grave pericolo per i polipi del corallo e una delle cause principali di declino delle barriere coralline, poichè ne aumentata la sensibilità a infezioni fungine, virali e batteriche. Negli ultimi 50 anni si è riscontrata una riduzione dell’ecosistema corallino in tutti i mari e oceani a causa delle malattie provocate da diversi microrganismi patogeni. La tecnica più utilizzata per curare i coralli è quella di rimuovere totalmente o parzialmente la specie malata, onde evitare l’infezione dell’intera colonia.
Gli scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) in collaborazione con il MaRHE Center
(Marine Research and High Education Center alle Maldive)
dell’Università di Milano-Bicocca potrebbero tuttavia aver trovato una
più efficace soluzione al problema: si tratta di
“cerotti smart” in grado di somministrare farmaci e antibiotici
“corallo-mirati”. I cerotti, completamente biocompatibili e
biodegradabili, possono essere applicati applicati sulle parti malate
dove rilasciano in modo controllato cure e antiossidanti, proteggendo al
contempo la ferita da ulteriori attacchi. Sono stati condotti prima dei
test in acquario, poi in mare aperto, alle Maldive, sulla specie Acropora muricata
– una tra le più a rischio indicate dall’Unione Internazionale per la
Conservazione della Natura (Iucn) – che hanno dato risultati positivi.
Si tratta di una novità assoluta nello studio e nel trattamento delle malattie dei coralli.