I cianobatteri sono organismi unicellulari fotosintetici antichissimi, risalenti a oltre 3,5 miliardi di anni fa. Questi microorganismi hanno rivoluzionato l'atmosfera terrestre attraverso la fotosintesi, rilasciando ossigeno e contribuendo alla Grande Ossidazione (circa 2,4 miliardi di anni fa). Questo evento ha reso possibile la comparsa di organismi aerobici e la formazione dello strato di ozono, essenziale per proteggere la vita dalle radiazioni UV. Oltre a produrre ossigeno, i cianobatteri sono fondamentali per il ciclo dell'azoto, grazie alla loro capacità di fissare l'azoto atmosferico, e sono i progenitori dei cloroplasti delle piante attraverso l'endosimbiosi. Tuttavia, in condizioni di eutrofizzazione, possono proliferare e produrre tossine nocive per l'ambiente e la salute.
Chonkus è un cianobatterio unico scoperto recentemente sulle coste vulcaniche italiane, che potrebbe rappresentare una risorsa chiave per affrontare il cambiamento climatico. Crescendo in ambienti ricchi di CO₂, Chonkus sfrutta l’anidride carbonica per crescere, utilizzandola in modo efficiente e contribuendo al sequestro del carbonio atmosferico. Questo processo può aiutare a ridurre l'impronta di carbonio globale. Una delle caratteristiche distintive di Chonkus è la sua alta densità cellulare, che le consente di affondare autonomamente dopo la crescita, senza bisogno di interventi tecnologici complessi per la raccolta. Questo comportamento rende il sequestro del carbonio più economico e pratico rispetto ad altre soluzioni di cattura, come l'uso di alghe flottanti o tecnologie industriali più costose. Dopo che le cellule si sono sviluppate, esse si depositano sul fondale marino, intrappolando il carbonio nel lungo termine, evitando che ritorni nell'atmosfera. Inoltre, la velocità di crescita di Chonkus è notevole, il che gli consente di accumulare carbonio rapidamente. Questa caratteristica lo rende interessante anche per lo sviluppo di bioprodotti sostenibili, come biocarburanti o materiali biologici. Il suo utilizzo potrebbe non solo contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, ma anche stimolare un'economia più verde e circolare.
Nel film “Interstellar”, l'umanità cerca un "pianeta B" da colonizzare, poiché la Terra sta diventando invivibile. Un elemento chiave di questa ricerca è la terraformazione, ovvero trasformare un pianeta per renderlo abitabile. Qui, sebbene sia pura immaginazione, possiamo pensare ai cianobatteri (chonkus) come una possibile risorsa per questo processo. Milioni di anni fa, i cianobatteri hanno iniziato a produrre ossigeno attraverso la fotosintesi, cambiando l'atmosfera terrestre e rendendo possibile la vita complessa. Immaginando un futuro lontano, i cianobatteri potrebbero teoricamente svolgere un ruolo simile su altri pianeti. Se introdotti su un mondo privo di ossigeno, potrebbero iniziare a produrre ossigeno, creando le condizioni per la vita. Così come hanno "terraformato" la Terra, potrebbero, in un'idea puramente speculativa, contribuire alla creazione di un "pianeta B" abitabile per l'umanità. In questo scenario immaginario, i cianobatteri potrebbero diventare strumenti naturali per la terraformazione su altri mondi, proprio come lo sono stati sulla Terra. Anche se Chonkus è ancora una figura di nicchia nel panorama scientifico, i suoi studi potrebbero rivoluzionare diverse aree della ricerca. L’esplorazione del suo ciclo vitale potrebbe infatti fornire risposte cruciali per lo sviluppo di nuove tecnologie ecologiche, come la produzione di bioenergia.
Immagina, un giorno, di poter coltivare cianobatteri in bioreattori per produrre ossigeno o energia in ambienti chiusi, come le stazioni spaziali o i sottomarini, o persino in futuro su Marte! Il nome "Chonkus" è stato scelto dai ricercatori per sottolineare l'importanza e l'unicità di questa nuova scoperta. È un nome che evoca curiosità e invita a approfondire lo studio di questo microbo. La scelta di un nome informale riflette anche l'entusiasmo dei ricercatori di fronte a una scoperta così promettente. Si può fare un interessante collegamento tra il Chonkus e i Zophobas morio. I Zophobas morio, noti anche come "superworm", mostrano una sorprendente capacità di adattamento. Questi vermi larvali, che appartengono alla famiglia degli Tenebrionidae, sono in grado di nutrirsi e digerire polistirene, un materiale plastico che è generalmente molto difficile da degradare. Questa capacità è resa possibile grazie alla simbiosi con microbi nel loro intestino che scompongono il polistirene, un processo che potrebbe offrire soluzioni ecologiche innovative per la gestione dei rifiuti di plastica. Il collegamento tra i due risiede nel loro impatto positivo sull'ambiente, sebbene in modi diversi e in tempi differenti. I cianobatteri, attraverso la loro fotosintesi, hanno contribuito a trasformare l'atmosfera terrestre, rendendo possibile la vita come la conosciamo oggi. I superworm, d'altra parte, sono in grado di "digerire" materiali plastici che altrimenti rimarrebbero nell'ambiente, contribuendo potenzialmente alla riduzione dell'inquinamento da plastica. In sostanza, entrambi rappresentano esempi di adattamenti evolutivi straordinari che, pur agendo in contesti ecologici diversi, contribuiscono in modo significativo alla salute e alla sostenibilità degli ecosistemi. Chonkus rappresenta una piccola parte di un mondo microbico ancora in gran parte sconosciuto. Lo studio di questo microbo potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le sfide ambientali e aprire nuove frontiere nella biotecnologia. Tuttavia, è importante sottolineare che la ricerca scientifica richiede tempo e risorse. Per sfruttare appieno il potenziale di Chonkus, è necessario continuare a investire nella ricerca di base e applicata.
A cura di Riccardo Bisbiglia e Francesco Cartella, 3A Liceo Scientifico Vittorio Veneto, Milano