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La tradizione dell’uovo di Pasqua e altre curiosità

07 aprile 2023
5 min di lettura
07 aprile 2023
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Le uova di cioccolato sono oggi il simbolo della Pasqua per eccellenza. Non tutti sanno, però, che quella dello scambio e della simbologia dell'uovo è una tradizione antichissima, che vide la luce migliaia di anni fa. I primi ritrovamenti di uova decorate con motivi astratti risalgono a un sito archeologico in Sudafrica, in cui gli archeologi ritrovarono alcuni frammenti di uova di struzzo di 60 mila anni fa decorate con motivi astratti. Queste uova erano probabilmente utilizzate come recipienti per l’acqua. La tradizione cristiana delle uova di Pasqua è iniziata tra i primi cristiani della Mesopotamia, che coloravano di rosso le uova in ricordo del sangue di Cristo. Le decoravano anche con croci o altri simboli, una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali. La simbologia dell’uovo per i primi cristiani era abbastanza evidente: dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua.
Le uova di cioccolato si diffusero nell’Ottocento, e nel tempo vennero incluse delle piccole sorprese all’interno. Come per tutte le invenzioni di successo, la paternità dell’uovo di cioccolato è incerta. Secondo alcuni, il primo venne ideato da Rodolphe Lindt, figlio di un farmacista di Berna, che diede vita all’omonima azienda. Un’altra tradizione lo attribuisce invece al chimico e cioccolataio olandese Coenraad Johannes van Houten, che scoprì un nuovo modo per trattare i semi di cacao.

Uova ed evoluzione
Quello che oggi è un simbolo in molte culture, in natura si è evoluto milioni di anni fa. L’uovo rappresenta la fondamentale invenzione che ha consentito agli animali vertebrati di colonizzare la terraferma. La presenza di un guscio esterno protettivo, infatti, ha assicurato un mezzo acquoso per lo sviluppo dell’embrione alle specie animali che hanno lasciato l’ambiente acquatico, colonizzando le terre emerse. Pesci e anfibi invece, hanno continuato a deporre uova senza guscio in un mezzo liquido. Vediamo curiosità e qualche record del simbolo pasquale per eccellenza.

L’uovo più grande mai deposto da un uccello sembra essere stato quello di una specie di Moa (Dinornis robustus), un grande uccello simile allo struzzo alto più di due metri e pesante circa 250 kg, vissuto in Nuova Zelanda, ma estinto intorno al 1500 a opera dell’uomo. Il suo uovo misurava 17,8 x 24 cm. Se invece ci riferiamo ad animali viventi, a detenere il record per le uova più è lo struzzo (Struthio camelus). Un uovo di struzzo equivale a circa 25 uova di gallina, può misurare 15-18 centimetri (in qualche caso arrivare a 25) e pesare da 1 kg fino a 2 kg. Di forma ovale le uova di struzzo sono di colore bianco o giallo molto chiaro per evitare il surriscaldamento a causa delle alte temperature delle savane. Hanno un guscio molto duro e difficile da rompere e fin dalla nascita anche le dimensioni dei pulcini di struzzo sono considerevoli.

Tra i rettili il record spetta ovviamente a un dinosauro anche se incredibilmente questi giganteschi animali non deponevano uova particolarmente grandi, se confrontate con la loro mole. Le maggiori mai rivenute sono quelle da ben 60 cm del Gigantoraptor erlianensis, vissuto nel Cretacico circa 75 milioni di anni fa.

L’uovo più piccolo viene deposto da animale vivente è quello di un colibrì della Giamaica (Mellisuga minima), lungo appena 10 mm e del peso di soli 0,365 grammi.

Per quanto riguarda la forma, non tutte le uova sono uguali e rispecchiano il nostro immaginario di uovo ellittico.  Le uova, infatti, possono essere ellittiche, ovali, appuntite, piriformi. Le varianti sono determinate sia da ragioni anatomiche (la struttura del bacino delle femmine) sia dalle abitudini riproduttive delle varie specie. Per esempio, gli uccelli marini come le urie, le gazze marine e i gabbiani tridattili, che nidificano sulle falesie rocciose, depongono uova a forma di pera allungata per non rischiare che possano cadere rotolando mentre le specie che si servono di cavità o buche possono tranquillamente restare fedeli alla forma rotonda.
 
La colorazione è data da sostanze deposte sullo stato esterno del guscio: le melanine danno toni bruni e neri, i carotenoidi quelli gialli, rossi, arancio, marrone e violetto mentre le cianine contribuiscono alla formazione dei blu e dei verdi. Il colore delle uova dipende dal luogo in cui viene deposto, quindi uno dei fattori determinanti è il mimetismo, che favorisce le tinte meglio in grado di confondersi con l’ambiente. Nei rettili che depongono le uova in anfratti o le seppelliscono domina il bianco. Tra gli uccelli la gamma di colori è notevolmente più ampia: ce ne sono anche di marroni, azzurre e rosse con varie possibili sfumature e combinazioni. Qualche esempio: il codirosso algerino (Phoenicurus moussieri) depone uova cha vanno dal bianco all’azzurro anche nella stessa covata, mentre l’uccello sarto (Orthotomus sutorius) si sbizzarrisce ancora di più e le 4 uova che abitualmente depone possono essere bianche, verdi, blu-verdastro o anche rosa con maculature rosso chiaro, violetto e nero. La pavoncella (Vanellus vanellus) e il chiurlo (Numenius arquata) preferiscono ombreggiature marroni o un bel verde oliva macchiettato di rossiccio: ci vuole davvero occhio per individuarle nel substrato. Il fratino (Charadrius alexandrinus), un trampoliere in miniatura, è un maestro di mimetismo, infatti, depone uova difficilissime da distinguere nell’ambiente sabbioso in cui si riproduce. Il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), invece, poiché nidifica nelle cavità scavate nei tronchi, depone uova bianche e lucide per facilitare la localizzazione al buio in luoghi in cui è difficoltoso muoversi.