Ci sono ragni che tessono la classica ragnatela, quella che tutti conosciamo, per catturare le prede. Ce ne sono altri che usano la tela per foderare un buco nel terreno, per costruire una tana comoda e imbottita. Altri ancora usano la seta come una rete da pesca. I ragni acquatici ne fanno bombole e campane per respirare sott’acqua. I ragni saltatori, detti anche salticidi, invece non fanno nulla di tutto questo: si chiamano saltatori perché tendono un agguato e aggrediscono la preda saltandole addosso, un balzo preciso e fulmineo, proprio come fanno i felini. I salticidi sono generalmente di piccole dimensioni e hanno occhi grandi perché affidano alla vista eccezionale la capacità di individuare e catturare la preda. Sono gli unici ragni in grado di muovere gli occhi come facciamo noi: gli altri ragni hanno occhi fissi, immobili, come un paio di occhiali. Per direzionare e correggere la traiettoria del salto, i salticidi usano un sottile filo di seta e con lo stesso filo costruiscono piccoli ripari o dondoli che agganciano alle foglie, ai sassi e ai rametti per trascorrere la notte. Una notte lunga e piena di sogni…
In che senso? I ragni sognano? Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) sostiene che i salticidi della specie Evarcha arcuata, un ragnetto saltatore lungo 6 millimetri, sognano, forse, proprio come noi. La scoperta affascinante è stata casuale, come succede spesso con i fenomeni più curiosi. La ricercatrice Daniela Rößler dell’Università di Costanza, in Germania, osservava una piccola squadra di ragni chiusi in un vasetto attraverso una telecamera notturna munita di lenti di ingrandimento. Analizzando i filmati, si è accorta che durante la notte, i ragni appesi al coperchio stiracchiavano le zampe, muovevano la testa e l’addome e, sorpresa, anche gli occhi. Cioè come in una specie di sonno REM.