Gli esperimenti simili a quelli condotti da Miller hanno definitivamente dimostrato che in condizioni di alte temperature, temporali frequenti e intensi raggi ultravioletti, condizioni simili a quelle presenti sul pianeta Venere ancora oggi, molecole inorganiche semplici hanno avuto la possibilità di trasformarsi in sostanze più complesse che chiamiamo organiche, perché fanno parte degli organismi viventi. Queste sostanze organiche poi si sciolsero nel mare e reagirono tra di loro e con i sali inorganici. Anche i piccoli bacini di acqua come laghi e lagune offrivano spazio particolare per reazioni che potevano creare determinati composti e aumentarne la concentrazione. L’accumulo delle sostanze organiche si presume fosse notevole poiché non esistevano né microrganismi decompositori né ossigeno che avrebbero potuto modificarle. Così si formò una sostanza piuttosto concentrata che gli scienziati chiamano “brodo primordiale” o “brodo prebiotico” Oggi una sostanza simile fermenterebbe e produrrebbe esalazioni velenose di odore acre. In mare alcune molecole avrebbero potuto ripararsi dai raggi ultravioletti che tendono a distruggerle, mentre altre avrebbero trovato condizioni ottimali per unirsi e organizzarsi in strutture più complesse, formando i cosiddetti “polimeri”. In mare quindi si sarebbe continuata l’evoluzione chimica delle sostanze organiche.