Cara roccia, dimmi come sono orientati i tuoi cristalli magnetici e ti dirò quando, in che condizioni e in che parte del mondo ti sei formata. Non è magia, bensì una disciplina nota ai geologi con il nome di paleomagnetismo. Ogni roccia, infatti, custodisce in sé una sorta di archivio di informazioni sulla propria nascita, storia ed evoluzione. Ma cerchiamo di capire in che lingua sono scritte queste banche dati e come possiamo tradurle e interpretarle.
Il campo magnetico terrestre
Il nucleo esterno della Terra, quello più vicino alla superficie, più fluido, è caratterizzato dalla presenza di correnti convettive di ferro, nichel e altri elementi più leggeri. Queste correnti generano un campo magnetico – il campo magnetico terrestre – che può essere considerato un dipolo. Per semplificare: il campo magnetico terrestre può essere paragonato a quello generato da una grossa calamita posta al centro della terra, il cui asse e – di conseguenza – i cui poli sono in continuo movimento, con un’inclinazione di circa 11.5° rispetto all’asse di rotazione terrestre.
Il nome che gli scienziati hanno dato a questo dipolo è GAD (Geocentric Axial Dipole) e per convenzione le sue linee di flusso puntano al polo Nord (vedi la figura seguente). Tuttavia, studiando la magnetizzazione delle rocce che compongono le dorsali oceaniche, gli scienziati hanno scoperto che il campo magnetico terrestre ha invertito il proprio segno (polarità normale e polarità inversa) diverse volte nella storia geologica del pianeta (con una frequenza da 0 a 4-5 inversioni magnetiche ogni milione di anni).