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Il pozzo dei cicloni

30 aprile 2025
3 min di lettura
30 aprile 2025
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Un gruppo di scienziati ha condotto una spedizione sul fondo del Great Blue Hole al largo della costa del Belize e ha raccolto informazioni preoccupanti. Analizzando un carotaggio sedimentario di 30 metri, estratto dal fondo della dolina, hanno scoperto che la frequenza dei cicloni tropicali è aumentata negli ultimi 5.700 anni. Questa tendenza è destinata ad intensificarsi a causa dei cambiamenti climatici. Lo studio ha identificato 694 strati di eventi che mostrano un chiaro trend regionale di crescente tempesta nel sud-ovest dei Caraibi, collegato a uno spostamento orbitale della Zona di Convergenza Intertropicale. Un'estrapolazione al XXI secolo suggerisce un aumento senza precedenti nella frequenza dei cicloni tropicali, attribuibile al riscaldamento dell'era industriale. Il Great Blue Hole è una popolare destinazione per i subacquei, resa famosa dal grande oceanografo Jacques Cousteau. La sua profondità di 124 metri e le sue acque superiori offrono rifugio alla vita marina. Le particolari condizioni ambientali del sinkhole (termine che indica uno sprofondamento sotterraneo di origine naturale), come l'acqua anossica sul fondo e diversi strati d'acqua stratificati, hanno permesso ai sedimenti marini fini di depositarsi in gran parte indisturbati. Gli strati di minerali depositati in sequenza sul fondo del sinkhole costituiscono un eccellente archivio di eventi passati, come i cicloni che smuovono e depositano nuovo materiale. All'interno del carotaggio sedimentario, gli strati annuali appaiono come anelli degli alberi, alternandosi in colore tra il grigio-verde e il verde chiaro a seconda del contenuto organico. Gli eventi violenti come i cicloni depositano strati con grani sedimentari più grandi, distinti dai sedimenti di "bel tempo" per dimensione dei grani, composizione e colore, che varia dal beige al bianco. Il Great Blue Hole ha avuto origine come una grotta calcarea sotterranea e si è trasformato in una dolina durante l'ultima era glaciale, quando il suo tetto è crollato, inondando successivamente la cavità e creando l'ecosistema marino odierno. Lo studio del carotaggio ha coperto gli ultimi 5.700 anni, durante i quali i ricercatori hanno identificato i 694 strati attribuiti ai cicloni tropicali, ricostruendo così l'evoluzione della loro frequenza nel tempo. È stata osservata una tendenza costante all'aumento dell'attività ciclonica, influenzata dallo spostamento verso sud della zona di bassa pressione equatoriale, nota come Zona di Convergenza Intertropicale. Sono state riscontrate anche fluttuazioni a breve termine nella frequenza dei cicloni, collegate a periodi più caldi e più freddi del clima terrestre, con una maggiore frequenza durante i periodi caldi. Sulla base di queste tendenze, si potrebbe affrontare un picco senza precedenti nell'attività ciclonica tropicale, con nove eventi ciclonici negli ultimi 20 anni, una frequenza insolita rispetto alle normali fluttuazioni climatiche naturali. I risultati suggeriscono che circa 45 tempeste tropicali e uragani potrebbero colpire questa regione solo in questo secolo, superando di gran lunga la variabilità naturale degli ultimi millenni. La ricerca del team è stata pubblicata sulla rivista Science Advances.

https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.ads5624