Le specie aliene invasive sono tra le cause principali della perdita di biodiversità a livello globale. Lo rivela il “Rapporto di valutazione sulle specie aliene invasive e il loro controllo” pubblicato dalla Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES - Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services).
Lo studio, che per quattro anni ha impegnato 86 esperti da 49 Paesi del mondo, afferma che, oltre a inquinamento, mutamenti d’uso del suolo e del mare, sfruttamento degli organismi e cambiamenti climatici, le specie invasive causano il 60% delle estinzioni di piante e animali. Secondo il rapporto dell'Ipbes, più di 37.000 specie aliene sono state introdotte dalle attività umane in tutte le regioni e i biomi della Terra. Alcune, come zanzare, ratti e termiti, hanno fatto l’“autostop” sulle rotte commerciali globalizzate, portando malattie, danni a raccolti, edifici e arredi. Il ritmo attuale di introduzione, affermazione e diffusione delle specie aliene viaggia a ritmi che non hanno precedenti nella storia umana: circa 200 specie all’anno. Almeno 3.500 specie, quasi un decimo del totale delle specie aliene, sono classificate come aliene invasive, capaci cioè di minacciare la biodiversità di flora e fauna. La percentuale di specie aliene note per essere invasive varia dal 6% di tutte le piante aliene al 22% di tutti gli invertebrati alieni.
Le segnalazioni di specie più invasive sono state rilevate nelle Americhe con il 34% di tutte le segnalazioni, seguite da Europa e Asia centrale (31%), Asia Pacifico (25%) e Africa (7%). Tre quarti delle segnalazioni riguardano gli ecosistemi terrestri, principalmente boschi e foreste temperate e boreali. Poche segnalazioni riguardano gli ecosistemi marini, segnando l'importanza e la priorità di approfondire il monitoraggio del fenomeno anche in questi ecosistemi.
Per quanto riguarda la flora, tra le specie aliene invasive più diffuse a livello globale spiccano il giacinto d’acqua (Pontederia crassipes) e, al secondo posto, la lantana (Lantana camara). Sul podio delle specie animali più invasive a livello globale al primo posto c’è il ratto nero (Rattus rattus). In Italia, il report indica il caso del granchio blu (Callinectes sapidus) originario dell’Atlantico, che si è diffuso attraverso il Mediterraneo favorito dall’innalzamento della temperatura delle acque.
Ingenti sono anche i danni economici causati dalle specie aliene invasive, quadruplicati nell’ultimo mezzo secolo: nel 2019 hanno superato i 423 miliardi di dollari all’anno, più delle stime dei costi globali dei disastri naturali. Gli autori hanno scoperto che il costo delle invasioni biologiche è aumentato del 400% ogni decennio dal 1970 e, secondo le previsioni, continuerà a salire negli anni a venire. La ricerca stima che l'80% dei Paesi si sta attrezzando per gestire le specie aliene invasive nei propri piani nazionali per la biodiversità ma solo una minoranza, pari al 17%, ha approvato leggi o regolamenti che affrontano nel dettaglio il problema.