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Oxfam racconta la disuguaglianza climatica

16 novembre 2023
1 min di lettura
16 novembre 2023
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Nel 2019 l'1% della popolazione mondiale più ricca, in termini di reddito, è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2 pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell'umanità. Questo è solo uno dei tanti dati presenti nel nuovo rapporto pubblicato da Oxfam per dare forma alla disuguaglianza climatica e sottolineare quanto siamo ancora lontani da una transizione realmente equa e giusta per tutti. “Climate Equality: A Planet for the 99%” è stato reso pubblico a pochi giorni dall'inizio della Cop28 sul clima di Dubai, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre, proprio per mettere in luce il “divario netto” tra l’impronta di carbonio dei “super-ricchi” e quella del resto della popolazione mondiale. Un divario che è costruito principalmente sulle differenze tra gli stili di vita, oltre che sugli investimenti dei più abbienti nelle industrie inquinanti, a partire da quelle dei combustibili fossili. Ogni anno, le emissioni di questi super-ricchi annullano di fatto la riduzione di emissioni di CO2 derivanti dall'impiego di quasi un milione di turbine eoliche. Nel 2030, le emissioni di carbonio dell'1% più ricco saranno 22 volte superiori al livello compatibile con l'obiettivo di contenere l'aumento delle temperature entro 1,5°C, stabilito con l'Accordo di Parigi sul clima.Il rapporto si basa sui dati aggiornati al 2019 ed elaborati dallo Stockholm Environment Institute sulla produzione di emissioni globali a seconda della fascia di reddito.