Legambiente ha recentemente pubblicato Ecosistema Urbano 2023, il report realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo italiani analizzati secondo 19 indicatori distribuiti in sei aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia. Il rapporto, giunto alla sua trentesima edizione, per l’occasione fa il punto sui dati raccolti in questi anni, mettendo in evidenza che le emergenze urbane, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, auto private, scarsi trasporti pubblici, sprechi idrici.
Trento guida la graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone. Nel complesso la top ten è dominata dalle città del Nord-Est, la prima città del Sud è Cosenza al 7° posto, alle sue spalle Cagliari 16a e Oristano 22a. Ben lontane dai primi posti sono invece le grandi città: Venezia 11° e Bologna 23° le prime che si incontrano, mentre si deve scendere fino al 42° posto per Milano, al 53° esimo per Firenze, al 58° per Genova e ad un poco felice 89° per Roma. Fanalino di coda sono Caltanissetta (103a), Catania e Palermo (entrambe 105°). I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di Ecosistema Urbano 2023 sono 19 e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati).
Legambiente fa il punto della situzione e dichiara che in questi 30 anni a rallentare la crescita sostenibile delle città sono stati interventi troppo a comportamenti stagni che non hanno permesso quella accelerata che serviva alle aree urbane. E così accanto ai lenti e progressivi miglioramenti come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e delle piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ‘98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022); in questi 30 anni non sono mancati stalli e ritardi. Nessun miglioramento, ad esempio, per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti; è cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022).