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Pubblicato un nuovo rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico in Italia

08 marzo 2022
3 min di lettura
08 marzo 2022
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E’ stata presentata ieri la terza edizione del “Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio (Edizione 2021)”, pubblicazione con la quale l’ISPRA  fornisce un quadro di riferimento aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni, sull’erosione costiera e sugli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali.

Secondo i dati riportati, il 18,4% (pari a 55.609 km2) del territorio nazionale è classificato a pericolosità frane elevata, molto elevata e/o a pericolosità idraulica media. Rispetto all’edizione del 2018, si riscontra un incremento del 3,8% della superficie classificata a pericolosità da frana elevata e molto elevata e del 18,9% della superficie a pericolosità idraulica media, dovuto non tanto a un peggioramento del quadro rispetto agli anni passati, quanto a studi più dettagliati, che hanno evidenziato situazioni critiche prima sfuggite alle rilevazioni.

94 su 100 sono i comuni italiani a rischio dissesto idrogeologico e erosione costiera, per un totale di 7.423. Anche in questo caso si è registrato un incremento del dato, che si riflette sia sulle aree potenzialmente soggette a frane (+4% sul 2017), sia su quelle esposte ad alluvioni (+19%). In tutto, sono 8 milioni gli italiani che vivono su territori particolarmente vulnerabili. Nel dettaglio, oltre 540mila famiglie e 1,3 milionidi italiani vivono in zone a rischio frane. Il rischio alluvione invece riguarda circa 3 milioni di famiglie, pari a 6,8 milioni gli abitanti. In cima alla classifica delle regioni con più popolazione a rischio frane e alluvioni troviamo Emilia-Romagna (quasi 3 milioni), Toscana (oltre 1 milioni), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila) e Liguria (oltre 366 mila). E su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565.000 (il 3,9% del totale), mentre quelli in aree inondabili sono oltre 1,5 milioni (cioè più del 10% degli immobili).

Nel rapporto viene presentato un nuovo indicatore sugli aggregati strutturali a rischio frane. Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84 mila con 220 mila addetti esposti a rischio; quelli esposti al pericolo di inondazione nello scenario medio sono oltre 640 mila (13,4% del totale). Il Rapporto contiene anche una stima dei Beni Culturali a rischio frane e alluvioni. Degli oltre 213 mila beni architettonici, monumentali e archeologici, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12.500 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente le 38 mila unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità.