Dall’1 al 7 novembre approderà in Italia la prima Settimana della Pesca Sostenibile promossa da MSC Marine Stewardship Council, una iniziativa per sensibilizzare più persone possibili sull’importanza di consumare prodotti ittici pescati con pratiche sostenibili, capaci di preservare gli habitat e le popolazioni ittiche. Preservare e proteggere l’ambiente marino è fondamentale per il delicato equilibrio del Pianeta, minacciato da inquinamento, cambiamento climatico e pesca eccessiva che interessa circa un terzo degli stock ittici globali.
MSC è un programma di certificazione ed etichettatura riconosciuto e accreditato in tutto il mondo: chi usa il marchio blu MSC (presente sulla confezione di surgelati, conserve, refrigerati e pet food) dimostra di vendere prodotti ittici di provenienza sostenibile certificata, il consumatore sa che può acquistare pesce senza danneggiare l’ambiente. Lo standard di pesca MSC si basa sul codice di condotta della FAO e rispetta le seguenti linee guida:
- lasciare in mare abbastanza pesci da permettere allo stock di riprodursi;
- ridurre al minimo l’impatto della pesca sull’ecosistema marino;
- gestire l’attività di pesca in modo tale da sapersi adattare ai cambiamenti, nel rispetto delle leggi e delle evidenze scientifiche esistenti.
Fortunatamente la richiesta di prodotti ittici certificati, tracciabili e sostenibili è in crescita in tutto il mondo: segno che la consapevolezza del rapporto tra salute dell’uomo e dell’ambiente sta diventando un’esigenza irrinunciabile per molti consumatori.
La grande adesione alla prima edizione da parte di numerosi importanti aziende (Bofrost, Conad, Consilia, Consorcio, Carrefour Italia, Eismann, Eurospin, Findus, Frosta, Lidl, Ocean47, Rio Mare, Rizzoli Emanuelli) è un segnale incoraggiante, anche se ancora non si può affermare che il mercato italiano abbia raggiunto un buon livello in termini di offerta sostenibile di prodotti ittici; molto lavoro deve essere fatto, soprattutto nel comparto fresco, che rappresenta circa il 50% dei consumi ittici per noi italiani: ad oggi non ci sono ancora pescherie certificate per la catena di custodia, che possano offrire pesce fresco sostenibile.