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Ai nostri giorni il petrolio è la fonte energetica più importante e per alcune applicazioni è insostituibile, ma fino a quando riuscirà a far fronte alla crescente domanda di energia? Arriverà il giorno in cui la produzione di petrolio raggiungerà un picco per poi inesorabilmente diminuire con un conseguente aumento dei prezzi.
La distribuzione dei principali bacini petroliferi nel mondo non è uniforme, ma non è nemmeno casuale. Dipende, infatti, dalle condizioni geologiche necessarie alla formazione di grandi giacimenti e dalle difficoltà di esplorazione e di ricerca in aree isolate e poco conosciute, come le zone caratterizzate da condizioni ambientali particolarmente severe (le vaste aree della Siberia, le aree di foresta pluviale del Sud America e aree offshore profonde). La storia geologica del nostro Paese è molto complessa e ha dato alla penisola un assetto strutturale e sedimentario complicato e assai poco “tranquillo”. Questo non ha favorito la formazione di grandi ed estesi bacini petroliferi ma ha creato localmente situazioni favorevoli alla formazione di numerose province petrolifere di una certa importanza, anche se di non grande estensione.

Il petrolio è un combustibile fossile, così come il carbone e il gas naturale. Tali combustibili sono prodotti da resti di piante e animali morti centinaia di milioni di anni fa, quando l'uomo non era ancora comparso sulla Terra. Quelle piante e quegli animali, esattamente come accade oggi, hanno accumulato l'energia proveniente dal Sole e, dopo la loro morte, sono rimasti sepolti per milioni di anni fino a trasformarsi in petrolio e carbone. Le piante e gli animali preistorici ci restituiscono oggi, sotto forma di calore ed energia elettrica, l'energia solare accumulata in passato. Dai combustibili fossili, in particolare dal petrolio, proviene la maggior parte dell'energia che utilizziamo attualmente. Si tratta però di una fonte di energia non rinnovabile e quindi destinata ad esaurirsi in periodi di tempo più o meno lunghi.

Il petrolio è…

Il petrolio è una miscela naturale di idrocarburi liquidi e altre sostanze di origine fossile, contenuta in rocce sedimentarie e associata a idrocarburi gassosi e solidi (bitumi) in quantità minori. Tutte le molecole degli idrocarburi esistenti sono costituite da due soli tipi di atomi: atomi di carbonio e atomi di idrogeno. In base alla quantità di atomi di carbonio presenti nella molecola, gli idrocarburi sono gassosi (fino a 4 atomi), liquidi (da 5 a 16 atomi) e solidi (oltre 16 atomi).

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Origine del petrolio

Gli ambienti più favorevoli alla formazione di idrocarburi sono le aree con scarsa circolazione sui fondali e continui apporti di detriti da parte dei fiumi (antichi mari o laghi), bacini sedimentari dove la crosta terrestre si abbassa in modo graduale o accelerato in seguito a processi geologici naturali.

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I giacimenti di petrolio

Una volta formato, il petrolio viene "strizzato" fuori dalla roccia-madre (compressa dagli strati sovrastanti) muovendosi prima attraverso le sue micro-fratture (migrazione primaria) e poi nei canalini delle rocce permeabili adiacenti (migrazione secondaria). In certi casi, gli idrocarburi possono raggiungere la superficie terrestre e disperdersi. In altri, la loro migrazione viene bloccata da rocce impermeabili. 

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A cosa serve

Dal petrolio si possono ottenere molti prodotti, da alcuni dei più diffusi combustibili (la benzina, il gasolio e altre sostanze dette derivati del petrolio) a molte delle materie plastiche utilizzate dall'uomo.
Gli idrocarburi semplici di cui è composto il petrolio sono, infatti, la materia prima essenziale per produrre materie plastiche.

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Un po’ di storia

Per migliaia d'anni, la caccia e la raccolta di vegetali sono state le principali risorse dell'uomo che si è limitato a consumare energia, non essendo in grado di produrla. 
Diventato agricoltore, circa 7000 anni fa, l'uomo ha finalmente imparato a produrre energia: si tratta di energia alimentare, muscolare (dell'uomo stesso e degli animali che lo aiutavano), eolica e idrica (dei mulini a vento e ad acqua).

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Nell’analizzare l’elenco dei maggiori produttori di idrocarburi nel mondo, appaiono subito evidenti le differenze tra i vari Paesi. Occorre però tenere presente che la produzione è influenzata da una vasta serie di fattori, tra i quali la potenzialità delle riserve è soltanto uno dei principali: fattori di ordine tecnico rendono più o meno difficile l’estrazione anche se in presenza di grandi riserve i fattori economici possono far aumentare la produzione in funzione delle richieste. Ad esempio, la produzione degli USA è molto elevata rispetto alle riserve stimate, mentre nel Medio Oriente, che ha riserve enormi, il rapporto produzione/riserve è molto basso. Non si deve quindi confondere la produzione con l’entità delle riserve: i Paesi maggiori produttori non sono necessariamente quelli con le maggiori riserve. Il 50% delle riserve di petrolio è localizzato nel Medio Oriente. Il Venezuela è il Paese che detiene le maggiori riserve di petrolio, pari al 17,4% delle riserve mondiali; seguono Arabia Saudita, Iran, Canada, Iraq, Russia, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Libia e Stati Uniti.

I bacini petroliferi nel mondo

La distribuzione dei principali bacini petroliferi nel mondo non è uniforme, ma non è nemmeno casuale e dipende dalle particolari condizioni geologiche necessarie alla formazione di grandi giacimenti e dalle difficoltà di esplorazione e di ricerca in aree isolate e poco conosciute come le zone caratterizzate da condizioni ambientali particolarmente severe (le vaste aree della Siberia, le aree di foresta pluviale del Sudamerica e aree offshore profonde). I bacini petroliferi più importanti presentano caratteristiche geologiche molto diverse tra loro ma con elementi comuni. 

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Gli idrocarburi in Italia

La storia geologica del nostro Paese è molto complessa e ha dato alla penisola un assetto strutturale e sedimentario complicato e assai poco "tranquillo". Questo non ha favorito la formazione di grandi ed estesi bacini petroliferi ma ha creato localmente situazioni favorevoli alla formazione di numerose provincie petrolifere di una certa importanza, anche se di non grande estensione.
Il nostro Paese può, dal punto di vista tettonico, essere suddiviso in 4 "distretti", tutti legati alla presenza delle catene alpina e appenninica.

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Le riserve

Le riserve di questa fonte non sono uniformemente distribuite nel mondo, ma concentrate in alcuni Paesi: il solo Medio Oriente ne possiede il 50%, Centro e Sud America circa il 19% (il 17,4% delle riserve mondiali di petrolio si trova in Venezuela), il Nord America il 12%, la Russia e l’Asia centrale il 7%, l’Africa l’8%, l’Asia Pacifica il 3%, mentre l’Europa detiene solo l’1% delle riserve mondiali di petrolio (dati riferiti al 2021).

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Conoscere il petrolio

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Petrolio Junior

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