Gli axolotl, piccoli anfibi che vivono nell'acqua, sembrano usciti da un libro di favole con le loro branchie a piumino. Ma non sono solo carini: sono dei veri supereroi della natura. A differenza di tanti altri animali, non "crescono" mai del tutto uscendo dall'acqua e restano sempre con l'aspetto di un "giovane". Ma la cosa più incredibile è il loro superpotere segreto: possono far ricrescere quasi ogni parte del loro corpo! Immaginate: una zampa che viene tagliata può tornare esattamente come prima. Lo stesso vale per la coda, parti della spina dorsale, gli occhi, e persino pezzi del cervello o del cuore. Tutto ricresce perfettamente funzionante! Questa capacità di "ripararsi" da soli, che non ha quasi eguali nel mondo animale, ha sempre affascinato gli scienziati. Il loro grande sogno è capire come fanno gli axolotl per poi, un giorno, riuscire a far ricrescere le parti del corpo anche a noi esseri umani. L'idea di far tornare una mano o una gamba che si è persa, o di riparare un organo malato, non è più solo fantascienza. È una ricerca vera e propria, e gli axolotl sono i nostri maestri speciali in questo campo. Al centro di questa "magia" della ricrescita c'è una sostanza chimica molto importante: l'acido retinoico (RA). Questa sostanza deriva dalla vitamina A (sì, quella che si trova anche nelle carote e nelle creme per la pelle). Si è scoperto che l'acido retinoico è fondamentale per "dire" alle cellule che stanno ricrescendo cosa devono diventare e dove si trovano esattamente. Pensate a un cuoco che segue una ricetta precisa per preparare un piatto. L'acido retinoico fa qualcosa di simile: dà alle cellule una "mappa" o un "codice" che indica loro il punto giusto. Questo è fondamentale perché la nuova parte del corpo, come una zampa, deve ricrescere nella forma corretta: dalla parte più vicina al corpo (come la spalla) fino alla punta più lontana (come le dita). Quando un axolotl perde una zampa, nel punto della ferita si forma un gruppo speciale di cellule che si chiama "blastema". Questo blastema è come la "fabbrica" della nuova zampa. Ed è proprio qui, nel blastema, che l'acido retinoico fa il suo lavoro più importante. Senza questa guida precisa, la parte ricresciuta sarebbe tutta storta o malformata. Le ricerche più recenti hanno svelato un dettaglio ancora più sorprendente e importante su come funziona l'acido retinoico. Non basta che ci sia; la cosa più importante è che la sua quantità sia regolata con grandissima precisione, anche "eliminando" quello che c'è in più. Gli scienziati hanno scoperto che un enzima speciale chiamato CYP26B1 è fondamentale per "pulire" o "smaltire" l'acido retinoico in eccesso. Questo enzima funziona come un rubinetto molto preciso, che apre o chiude il flusso dell'RA per mantenere la quantità giusta nel blastema. Se questo "pulitore" (CYP26B1) non funziona bene, l'acido retinoico si accumula troppo. E cosa succede? Le cellule che dovrebbero formare le parti più esterne della zampa (come le dita) si "sbagliano" e si comportano come se dovessero formare una parte più interna (come un pezzo del braccio). È come se le dita "credessero" di essere un gomito! Questo ci fa capire che non è solo avere l'acido retinoico, ma anche controllarne la quantità in modo perfetto, eliminando l'eccesso, che permette all'axolotl di far ricrescere le sue parti in modo così preciso. Il "messaggio" dato dall'acido retinoico non è solo chimico, ma viene poi letto e interpretato dai geni, che sono le "istruzioni" dentro le cellule. Tra i tanti geni che ascoltano l'acido retinoico, uno in particolare è molto importante: si chiama Shox. Gli scienziati hanno visto che questo gene è più attivo o meno attivo a seconda di dove viene tagliata la zampa dell'axolotl. È come un "sensore" interno che capisce se si deve rigenerare una parte vicina al corpo o una più lontana. Per capire quanto fosse importante, gli scienziati hanno tolto il gene Shox ad alcuni axolotl. Il risultato? Le zampe ricrescevano molto più corte e le ossa al loro interno non si formavano bene. Normalmente, le ossa lunghe si formano prima come cartilagine e poi questa diventa osso vero e proprio. Senza Shox, questo processo non funzionava. Questo dimostra che il gene Shox, guidato dalla quantità di acido retinoico, è un vero e proprio "interruttore" che controlla come si formano le ossa e come si sviluppa la nuova parte del corpo durante la ricrescita. Ma allora, possiamo usare queste scoperte per aiutare noi umani? Far ricrescere un'intera gamba o un braccio a una persona è molto più difficile, e siamo ancora molto lontani dalle capacità degli axolotl. Però, capire in ogni dettaglio come funzionano queste molecole e questi geni negli axolotl è il primo passo fondamentale. Quando noi ci facciamo una ferita grave, il nostro corpo di solito forma una cicatrice, un tessuto "tappabuchi" che non può diventare una nuova parte. Gli axolotl, invece, creano quel "blastema" che è una vera e propria fabbrica di cellule nuove e pronte a ricreare tutto. Le conoscenze sull'acido retinoico, su CYP26B1 e sul gene Shox ci aprono nuove e grandi speranze per il futuro della medicina.
Anche se non vedremo persone con zampe ricresciute a breve, queste scoperte potrebbero aiutarci in altri modi, magari prima. Potrebbero nascere nuove medicine per far guarire più velocemente le ferite molto brutte, come quelle da ustioni, facendo sì che il tessuto riparato sia migliore. Oppure, capendo come l'acido retinoico "dice" alle cellule cosa fare, potremmo creare terapie o farmaci mirati. Magari, si potrebbe aiutare a riparare meglio tessuti o organi danneggiati, o a far sì che i trapianti e le parti fatte in laboratorio si integrino meglio nel nostro corpo. L'obiettivo non è trasformarci in axolotl, ma prendere in prestito i loro incredibili segreti biologici per migliorare la nostra capacità di guarire e riparare il nostro corpo. L'acido retinoico è già usato in medicina, e capire come funziona il suo "smaltimento" apre nuove strade per controllare la crescita dei tessuti. Gli axolotl continuano a essere una fonte di ispirazione e di conoscenze incredibili per la scienza. Ogni nuova scoperta sulla loro capacità di rigenerarsi ci porta un passo più vicina a capire i meccanismi complessi che fanno crescere e riparare i tessuti. Aver capito l'importanza dell'acido retinoico, come i suoi livelli vengono controllati da CYP26B1, e il ruolo del gene Shox, è un grande passo avanti. Questi piccoli anfibi non sono solo interessanti da studiare; sono veri e propri maestri della ricrescita biologica. I loro segreti potrebbero, in un futuro non troppo lontano, cambiare il modo in cui curiamo le malattie e le ferite. Dando nuove speranze a chi ha perso parti del corpo o ha subito lesioni gravi, la ricerca va avanti, spinta dalla curiosità e dalla speranza che i segreti degli axolotl possano un giorno aiutare tutti noi, portandoci verso un'epoca in cui la ricrescita non sarà più solo un sogno, ma una vera possibilità per la medicina.