Si è aperta oggi la conferenza annuale organizzata delle Nazioni Unite sul clima, la cosiddetta COP29, ospitata in questa edizione nella città di Baku, in Azerbaijan. Quello in corso è, appunto, il ventinovesimo vertice dove si riunisce la maggior parte degli Stati del mondo, le cosiddette «parti» (come indicato dalla sigla COP, «Conference of parties») in riferimento a quei paesi che nel 1992 a Rio de Janeiro hanno siglato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change), il primo trattato internazionale ad occuparsi del riscaldamento globale. La prima edizione si è tenuta il 28 marzo 1995 a Berlino e da quel momento - fatta eccezione per il 2020, a causa della pandemia di Covid-19 - ogni anno, tra successi e fallimenti, il mondo si è riunito per discutere e prendere decisioni su come affrontare la crisi climatica. Ripercorriamo alcune tappe fondamentali per meglio conoscere la storia delle Conferenze sul clima.
La storia delle conferenze sul clima affonda le sue radici in eventi risalenti a molti anni del 1995 e della prima COP di Berlino. Nel 1968, infatti, la crescente consapevolezza dell’impatto antropico sull’ambiente ha spinto la Svezia a richiedere la convocazione di una conferenza internazionale per discutere dei problemi dell’ambiente umano, innescando lo sviluppo di diversi studi da parte delle Nazioni Unite. Quattro anni dopo la richiesta della Svezia e numerosi studi condotti a livello internazionale che mettevano in luce lo stato dell’ambiente, viene organizzata la prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano - la Conferenza di Stoccolma - nel cui ambito viene istituito il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP, United Nation Environmental Programme).
La creazione dell’UNEP nel 1972 segna il primo passo verso lo sviluppo del diritto ambientale internazionale. Gli anni successivi alla Conferenza di Stoccolma sono testimoni di eventi chiave nella storia dell’azione climatica, comprese numerose manifestazioni sul clima – tra cui l’Earth Day del 1990 –, e diverse conferenze internazionali, con la firma di trattati sulla protezione dell’ambiente, tra cui il Protocollo di Montreal sulla protezione dell’ozono stratosferico (1987). Le conoscenze sull’impatto antropico sull’ambiente e sui rischi legati al cambiamento climatico crescono. Nel 1988 viene istituito il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change), da parte dell’UNEP e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), un organismo scientifico che passa in rassegna e valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socioeconomiche prodotte a livello mondiale per la comprensione dei cambiamenti climatici.
Il Summit di Rio e la nascita dell’UNFCCC
Il Summit della Terra di Rio del 1992, con la sottoscrizione dell'UNFCCC, ha segnato il riconoscimento formale della necessità di un’azione globale al cambiamento climatico, fondata sul principio della responsabilità comune ma differenziata. Questo incontro ha portato alla sottoscrizione della Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo, un documento ispirato alla Dichiarazione di Stoccolma di vent’anni prima, in cui viene rielaborato il concetto di sviluppo sostenibile attraverso 27 principi per rispettarlo. Il tema dell’ambiente viene saldamente legato a quello dello sviluppo economico e sociale: il principio 4 della Dichiarazione di Rio recita, infatti, che «la tutela ambientale deve costituire parte integrante del processo di sviluppo e non può essere considerata separatamente da questo». Come già indicato all’inizio di questo testo, il risultato più importante ottenuto è stata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change), che pone le fondamenta su cui si iscrivono tutt’oggi gli sforzi politici internazionali per arginare il cambiamento climatico.
Entrata in vigore nel 1994, l’UNFCCC conta a oggi l’adesione di 198 Paesi. Le COP sul Clima nascono dalla firma di questo trattato, infatti, la Convenzione quadro non contiene indicazioni su limiti alle emissioni ma prevede che i Paesi partecipanti si riuniscano annualmente in una Conferenza delle Parti e che negozino protocolli e accordi vincolanti.
Le principali tappe delle COP
- Il primo cambiamento radicale è arrivato a distanza di due anni e mezzo dal primo vertice Onu sul clima. Nel 1997, durante la COP3, ospitata nella città giapponese Kyoto, è stato approvato il primo trattato al mondo in tema di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra giuridicamente vincolanti per i Paesi industrializzati. Tuttavia, l'accordo ha incontrato resistenze, in particolare da parte degli Stati Uniti, e ha evidenziato le difficoltà nel raggiungere un consenso globale.
- La COP15 di Copenaghen del 2009, pur fallendo nel raggiungere un accordo globale vincolante, ha portato alla creazione del Fondo Verde per il Clima, un meccanismo finanziario a sostegno dei Paesi in via di sviluppo.
- Le COP successive hanno affrontato temi cruciali come il finanziamento, la responsabilità e i meccanismi di compensazione per le perdite e i danni, con progressi significativi ma non privi di controversie.
- La COP21 di Parigi del 2015 ha segnato un punto di svolta con l'adozione dell'Accordo di Parigi, un trattato internazionale che stabilisce l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, puntando a 1,5°C. L'accordo, basato su contributi nazionali volontari, ha carattere universale, coinvolgendo tutti i Paesi nello sforzo collettivo per la riduzione delle emissioni.
- La COP26 di Glasgow del 2021 ha rafforzato gli impegni globali per la riduzione delle emissioni e ha approvato il Patto per il Clima di Glasgow, ma ha evidenziato la necessità di azioni concrete per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
- La COP27 di Sharm El Sheikh del 2022 ha portato alla creazione del Fondo per le Perdite e i Danni, una risposta concreta alle richieste di finanziamento per le riparazioni e il recupero degli impatti climatici nei Paesi vulnerabili.
- La COP28 di Dubai del 2023 ha cercato di consolidare i progressi, ampliare l'ambizione degli impegni climatici, accelerare la transizione verso fonti di energia rinnovabile e rafforzare il supporto finanziario e tecnologico per i Paesi in via di sviluppo.
Nonostante le COP abbiano evidenziato una complessità dei negoziati internazionali sul clima e alcune difficoltà nel raggiungere un consenso globale e nell'implementare gli accordi raggiunti, rappresentano un’occasione importante per il dialogo e la cooperazione internazionale sul cambiamento climatico. Le COP, infatti, hanno contribuito a definire un quadro legislativo internazionale, a mobilitare risorse finanziarie, a promuovere la ricerca scientifica e a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravità della crisi climatica. La COP29, che si terrà a Baku nel 2024, rappresenta un'importante opportunità per rafforzare gli impegni globali, accelerare l'azione climatica e garantire un futuro sostenibile.
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