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La fine polverosa dei dinosauri

10 novembre 2023
2 min di lettura
10 novembre 2023
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66 milioni di anni fa un asteroide colpì la Terra e provocò una catastrofe talmente grande da innescare l’estinzione del 75% delle specie viventi compresi tutti i dinosauri (tranne quelli aviari, ovvero gli antenati degli uccelli). Ma cosa ha davvero ucciso i dinosauri e in quanto tempo? La risposta si trova tra i sedimenti di un antico fiume che milioni di anni fa scorreva in quello che oggi è il Nord Dakota negli Stati Uniti. I ricercatori hanno trovato nuove tracce del materiale espulso dall’impatto tra l’asteroide e il nostro Pianeta. Un impatto immane che ha avuto conseguenze immediate spaventose. Innanzitutto il cratere: la terra porta ancora la cicatrice dello scontro, un cratere del diametro di 200 km oggi sepolto sotto l'attuale penisola dello Yucatan in Messico. Oggi, in quello che doveva essere più o meno il centro del cratere, sorge la città di Chicxulub e per questo l’asteroide e il cratere portano lo stesso nome.

L'impatto provocò terremoti immani e sollevò uno tsunami gigantesco. Inizialmente l'onda raggiunse un'altezza di quasi 1500 metri, una montagna di acqua spinta alla velocità di 140 km/h. Altre onde alte fino a 15 metri attraversarono tutti gli oceani scaraventandosi sulle coste di tutte le terre emerse. Con l’impatto, enormi quantità di roccia sbriciolata e incandescente furono scaraventate in atmosfera. Roccia vaporizzata all’istante che oscurò il cielo con 325 gigatonnellate di zolfo e 435 gigatonnellate di anidride carbonica. Una gigatonnellata è pari a un miliardo di tonnellate. Le rocce in Nord Dakota hanno conservato i grani di polvere più fini e più pericolosi. Granuli del diametro compreso tra 0,8 e 8 micrometri trasportati dai venti in tutto il pianeta. Schegge di roccia incandescente innescarono l’incendio delle foreste anche a grande distanza dall’impatto: la fuliggine si aggiunse alla polvere delle rocce in atmosfera. La temperatura superficiale del pianeta crollò, si calcola un calo generale di almeno 15 gradi centigradi. Non fu il freddo a sterminare la vita, ma il buio. Il buio spense la fotosintesi, senza la produzione primaria tutte le catene alimentari si interruppero. Le piante della Terra dormirono per quasi due anni, molte morirono, resistettero solo i semi nascosti nel terreno. La persistenza delle polveri in atmosfera fu letale: le particelle di zolfo iniziarono a cadere dall'atmosfera dopo circa 8 anni dall’impatto, mentre le più sottili restarono lassù fino a 15 anni. Lo zolfo rese gli oceani acidi e uccise buona parte degli animali marini.

Con il lento depositarsi delle polveri, i semi germinarono, nacquero nuove piante e quelle sopravvissute ricominciarono a fare la fotosintesi ma era troppo tardi. Le specie più vulnerabili, dinosauri compresi, se ne erano già andate. Non avevano retto alla fredda e grande carestia. In una manciata di anni fu cancellata una lunga e spettacolare storia evolutiva ma ne iniziò una nuova: quella dei mammiferi e quindi la nostra.