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Chapada Diamantina: un tesoro al di là delle pietre preziose

20 ottobre 2021
6 min di lettura
20 ottobre 2021
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Le spiagge di sabbia bianca che non conoscono inverni, i carnevali più inebrianti del mondo, la foresta più grande del pianeta: sono perlopiù queste le rarità per cui è conosciuto il Brasile. Eppure, tra gli strati e le pieghe di antichissime rocce, tra l’africana città di Salvador de Bahia e la geometrica capitale Brasilia, si trova uno dei gioielli naturalistici più unici del Paese sudamericano: la Chapada Diamantina, ovvero, “l’altopiano dei diamanti”.
Un tempo preziosa soprattutto per gli esploratori alla ricerca di pietre preziose, la Chapada Diamantina è oggi un vero e proprio tesoro per geologi, biologi, speleologi e amanti della natura di ogni genere. Siete pronti tuffarvi nelle sue pozze cristalline, nei segreti delle sue grotte e nei canyon scavati dai suoi fiumi?

Storia

I primi abitanti della Chapada Diamantina furono le popolazioni indigene brasiliane e fino agli inizi del XVIII secolo, i coloni europei non stabilirono in questa zona alcun insediamento. Nel 1844, con la scoperta degli enormi giacimenti diamantiferi del Rio Mucujê, si ebbe una vera e propria esplosione migratoria. Da quel momento, da tutto il Paese, arrivarono migliaia di cercatori di diamanti, che setacciavano i fiumi e vivevano in accampamenti di tende, da cui il nome di Lençois – in portoghese “lenzuola” – la principale cittadina della Chapada Diamantina.

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Successivamente, la zona si rivelò ricca di pietre adatte all’uso industriale e si avviò così un’intensa attività estrattiva. I francesi iniziarono a comprare i materiali provenienti dalla Chapada per gli scavi che stavano conducendo per il Canale di Panama, per la galleria del San Gottardo e per la metropolitana di Londra. Fu proprio in questo periodo, verso la fine dell’800, che a Lençois fu istituito un vice-consolato francese e che furono costruite numerose case coloniali, le stesse che caratterizzano tutt’oggi i villaggi della zona.
Ma la risorse della terra non sono infinite: e verso la fine del XX secolo – con l’esaurirsi delle miniere e con la scoperta di nuovi giacimenti in Sud Africa, più facilmente raggiungibili – ebbe inizio il declino dell’economia mineraria di Lençois. Un declino che era destinato a lasciare spazio a un’altra economia: quella del turismo.
Dopo un colpo di coda dell’economia dei diamanti, che passò per una fase distruttiva per l’ecosistema, che prevedeva lo sfruttamento di potenti pompe idrauliche, oggi vietate, nel 1985 fu istituito il Parco Nazionale, che ha aperto le porte della Chapada Diamantina all’ecoturismo.

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Cascata della Fumaça

Il territorio e la geologia

Il parco della Chapada Diamantina si estende per circa 152 mila ettari, ha un’altitudine media di circa 1000 metri, con picchi oltre i 2000 metri, e un clima semi-umido tropicale.
La Chapada Diamantina poggia sul cosiddetto “scudo brasiliano”, una porzione di crosta terrestre che occupa la parte centrale del Brasile e che rappresenta una delle aree continentali più antiche di tutto il pianeta. Secondo i geologi, infatti, le rocce che formano questo altopiano risalgono al precambriano (sono cioè antecedenti a 570 milioni di anni fa). Successivamente, durante l’era del Paleozoico, sopra a questo scudo, si è depositato il basamento sedimentario che compone le rocce dell’altopiano della Chapada Diamantina. Stiamo parlando di un’era antichissima in cui Africa, Sudamerica, Antartide, Australia, Medio Oriente e India erano tutti uniti in un unico supercontinente – il Gondwana – e gli animali iniziavano a colonizzare le terre emerse. L’attuale Brasile era adiacente all’attuale Namibia, mentre nell’emisfero settentrionale l’Europa, l’Asia e l’America del Nord erano uniti nel supercontinente Laurasia.
Da allora molte cose sono cambiate: la tettonica delle zolle e l’evoluzione hanno fatto il loro corso e gli agenti atmosferici hanno fatto la loro parte modellando il paesaggio fino all’attuale morfologia, ricca di canyon, grotte e cascate. Tra queste, la più famosa è forse quella della Fumaça, che con un salto di 380 metri produce un particolare fenomeno: l’acqua precipita così a lungo da evaporare prima di toccare terra!

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Gruta da Lapa, stalattiti e stalagmiti

Nell’arco di milioni di anni, il carsismo – quel fenomeno per cui l’acqua piovana altera la roccia, oltre che meccanicamente, anche chimicamente – ha favorito la formazione di un sistema sotterraneo di grotte tra i più spettacolari del pianeta, ricchi di stalattiti e stalagmiti che richiamano studiosi e turisti da tutto il mondo. Queste grotte, oltre ad attirare l’attenzione degli speleologi, sono molto importanti anche per i biologi e per i naturalisti, perché spesso ospitano ecosistemi unici al mondo, molto delicati, che richiedono di essere tutelati anche dal turismo.

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Il Poço Azul e la sua acqua calma e trasparente

Gli ecosistemi

La posizione geografica, le diverse altitudini e la grande varietà geologica fanno della Chapada Diamatina un luogo ideale per ecosistemi molto diversi tra loro: dalla Mata Atlantica (la foresta pluviale brasiliana che arriva sull’oceano) al sertao (clima semi-arido).
Di conseguenza, anche le specie che popolano l’area sono molto diverse tra loro: dalle xerofite, quelle piante che per le loro caratteristiche biologiche o morfologiche sono in grado di sopravvivere in ambienti con scarsa umidità, agli alberi ad alto fusto della foresta atlantica, passando per numerose specie endemiche, come l’Adamantinia miltonioides, della famiglia delle orchidee. Anche se i grandi mammiferi non sono moltissimi, la varietà delle specie animali è importante e include numerosi rettili, anfibi, insetti e uccelli, alcuni dei quali, come il colibrì Lumachelle, sono endemici.
Insomma, tra bagni nelle acque limpide o nelle acque ferrose color cola, passeggiate nella Mata Atlantica, fiori e uccelli di tutti i colori, la Chapada Diamantina è un vero e proprio tesoro dell’umanità ed è protetta dall’IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. La biodiversità si è rivelata per questo territorio preziosa almeno tanto quanto i diamanti. Attenzione però: anche l’ecoturismo richiede da parte di tutti un forte impegno e un solido senso di responsabilità per preservare e valorizzare la natura!

A cura di Anna Pellizzone