I tardigradi, anche noti come orsetti d’acqua, sono animali microscopici con un aspetto buffo. Vivono tra le foglie dei muschi, nuotano a centinaia in una sola goccia d’acqua, sono invisibili a occhio nudo e al microscopio appaiono come vermetti trasparenti con otto zampe. I tardigradi sono famosi come “gli animali più resistenti della Terra”. Li hanno sottoposti a ogni tipo di tortura: bolliti, esposti a radiazioni, immersi nell’acido, ibernati, sparati nello spazio dentro a una tempesta di raggi cosmici e poi essiccati. Per sopravvivere in tali condizioni, i tardigradi si trasformano in palline disidratate e riducono il loro metabolismo quasi a zero in un processo fisiologico che si chiama biostasi. Poi, basta un po’ d’acqua per risvegliarli e farli tornare come nuovi.
Il segreto della resistenza eccezionale dei tardigradi è in una manciata di proteine che questi organismi producono quando le condizioni ambientali diventano critiche. Queste proteine inducono mutamenti nel corpo e nel metabolismo che perdurano per tutto il tempo necessario a far superare il periodo difficile. In natura, infatti, l’ambiente piccolo e fragile dei tardigradi può conoscere siccità estreme (pensiamo a una zolla di muschio sotto al sole) oppure gelo, alluvioni e incendi. Ora, gli scienziati hanno scoperto che le proteine trovate in queste minuscole creature possono rallentare anche il metabolismo delle cellule umane. Per lo studio, i ricercatori si sono concentrati su una proteina tardigrada chiamata CAHS-D, che diventa gelatinosa quando introdotta nelle cellule umane. Una scoperta interessante perché queste proteine potrebbero tornare utili per rallentare il metabolismo cellulare in assenza di sistemi di refrigerazione. E forse, chi lo sa, un giorno potranno anche contrastare l'invecchiamento.