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Capodogli contro orche. Una battaglia a colpi di…

07 febbraio 2024
1 min di lettura
07 febbraio 2024
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Sappiamo che le seppie rilasciano inchiostro nero nell’acqua per creare una nube che disorienta i predatori. Una strategia adottata anche dalle auto delle spie nei film alla James Bond. Lo fanno addirittura anche alcuni veicoli militari nella realtà. Ma per la prima volta, questo sistema di difesa è stato osservato in un gruppo di capodogli intenti a difendere i piccoli dall’attacco di un branco di orche. Solo che questi grossi e intelligenti cetacei non hanno usato inchiostro ma un materiale molto più umile e facilmente a disposizione: la cacca.

Questo sorprendente comportamento è stato osservato per la prima volta il 19 marzo del 2024 da un’equipe di biologi marini al largo delle coste australiane. I biologi hanno filmato un’enorme bolla di colore rosso scuro esplodere sulla superficie dell’acqua dove nuotava un gruppo di capodogli inseguito da un gruppo di una trentina di orche. Inizialmente i ricercatori hanno pensato che si trattasse del sangue di uno dei piccoli capodogli sbranato dalle orche. Ma quando i biologi hanno esaminato le riprese, si sono resi conto che in realtà si trattava di escrementi molto liquidi. Non solo, i capodogli hanno defecato e poi hanno sventagliato le feci con le enormi code per disperderle per bene e creare una grande nube scura e puzzolente. Molto scura, anzi rossiccia perché i capodogli mangiano principalmente calamari, cosa che conferisce alle loro feci un colore rosso scuro. Ci sono pochi casi documentati di attacchi di orche ai capodogli, in gran parte a causa della differenza di dimensioni tra le due specie. Un capodoglio, infatti, è lungo fino a 18 metri, mentre un’orca al massimo misura 8 metri. Per questo motivo le orche cercano di attaccare principalmente i cuccioli dei capodogli. La guerra fecale dei capodogli ha funzionato e le orche hanno cambiato aria, o meglio acqua, e se ne sono andate.