Mentre l’aumento delle temperature globali altera il paesaggio dell’Artico, gli scienziati stanno osservando quello che si preannuncia essere un nuovo record all’altra estremità del globo. Infatti, i dati preliminari del National Snow and Ice Data Center (NSIDC) di Boulder, in Colorado, indicano che l’estensione del ghiaccio marino in Antartide ha raggiunto una superficie pari a 1,98 milioni di chilometri quadrati, scendendo al di sotto del precedente record minimo – 2,1 milioni di chilometri quadrati -, stabilito a marzo 2017. Non era mai stata registrata una superficie così ridotta da quando sono state avviate le rilevazioni satellitari, alla fine degli anni Settanta.
Questa diminuzione del ghiaccio marino in Antartide potrebbe indurci a pensare che la causa siano i cambiamenti climatici. In realtà non è così facile dirlo. A differenza dell’Artico, dove gli scienziati affermano che il cambiamento climatico sta accelerando i suoi impatti, l’estensione del ghiaccio marino dell’Antartide è molto variabile. Basti pensare che, se è vero che il punto più basso era stato toccato nel 2017, il record positivo di estensione dei ghiacci era stato registrato nel 2014, in netto contrasto con l’andamento del riscaldamento globale.
“Quello che sta succedendo in Antartide è un evento estremo”, ha detto alla Galileus Web Ted Scambos, glaciologo dell’Università del Colorado Boulder e scienziato capo dell’NSIDC. Il ghiaccio marino antartico e quello artico, così come i ghiacciai montani, seguono dinamiche differenti e, per quanto molti esperti concordino sul fatto che il riscaldamento globale sia destinato a diminuire l’estensione di ghiacci antartici, questo rapporto di causa-effetto non è stato ancora suffragato da solide evidenze scientifiche. Per gli scienziati del clima, quindi, il comportamento dell’Antartide resta ancora in buona parte da comprendere.