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Deforestazione inarrestabile: nel 2020 persi oltre 12 milioni di ettari

02 aprile 2021
2 min di lettura
02 aprile 2021
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Nel 2020 abbiamo deforestato un’area di foresta tropicale pari a 12,2 milioni di ettari, poco più dell’estensione della Bulgaria. Rispetto al 2019, si tratta di un aumento del 12%. Questi sono i dati che emergono dall’ultimo Global forest watch stilato dal World resources institute.

Il quadro risulta particolarmente critico nelle foreste umide tropicali, caratterizzate da precipitazioni pari a oltre 200 centimetri all’anno e temperature elevate tutto l’anno. Questi ecosistemi, oltre a reggersi su delicati equilibri, sono cruciali per la conservazione della biodiversità e l’assorbimento dell’anidride carbonica. Considerato che nell’arco di appena un anno ne sono andati distrutti ben 4,2 milioni di ettari, l’aumento di CO2 atmosferica è di 2,64 gigatonnellate, equivalenti alle emissioni di 570 milioni di automobili; più del doppio rispetto a quelle in circolazione negli Stati Uniti.

I dati del Brasile sono i più preoccupanti, con 1,7 milioni di ettari distrutti nel 2020 si pone al primo posto della classifica della deforestazione, facendo registrare un aumento del 25% rispetto all’anno precedente. Come nel 2019, anche nel 2020 gli incendi in Amazzonia hanno causato gravi perdite, con la differenza che nel 2019 i roghi erano stati appiccati soprattutto in aree già deforestate da trasformare in terreni agricoli e pascoli, mentre nel 2020 ne sono divampati molti di più nel cuore della foresta tropicale.

In seconda posizione troviamo la Repubblica democratica del Congo, con solo 490mila ettari distrutti, dato nettamente inferiore rispetto al Brasile. Notizie più confortanti arrivano dal Sudest asiatico, dove solitamente le foreste vengono date alle fiamme per fare spazio alle coltivazioni di palma da olio. Dopo il disastro ambientale del 2015, in cui si registrarono 120 mila roghi in Indonesia, il governo ha emanato una moratoria temporanea sulle nuove piantagioni di palma da olio e una permanente sulla conversione di foreste e torbiere in terreni agricoli. Allo stesso modo, la Malesia, che ha perso circa un quinto delle proprie foreste primarie a partire dal 2011, nel 2019 ha fissato un tetto alle piantagioni e ha inasprito le pene per il disboscamento illegale. Queste iniziative sembrano aver funzionato, tanto che in Indonesia  in Malesia il tasso di deforestazione è risultato in calo, con rispettivamente 270mila e poco meno di 73mila ettari di foresta tropicale distrutti nel 2020.