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Amazzonia in pericolo

10 febbraio 2023
3 min di lettura
10 febbraio 2023
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Due studi pubblicati sull’importante rivista Science avvertono: l’Amazzonia sta correndo un serio pericolo. Minacciata dalla siccità, dall’abbattimento degli alberi, dagli incendi e da attività umane sempre più invasive, la Grande Foresta Pluviale rischia di crollare e trasformarsi, addirittura, in un altro tipo di ecosistema. Secondo il primo studio, condotto da un gruppo di ricerca brasiliano, oltre un terzo cioè circa il 38% della foresta amazonica è attualmente degradato a causa delle attività umane e si stima che oltre il 17% sia stato completamente disboscato. Tra degrado della foresta e disboscamento c’è una differenza sostanziale: nel primo caso gli alberi restano integri e con le radici ben per piantate per terra ma tutto intorno a loro l’ambiente è indebolito e fragile quindi è più vulnerabile. Il disboscamento, invece, si attua quando il taglio degli alberi lascia un terreno spoglio e senza copertura forestale. Il secondo studio è stato effettuato da ricercatori statunitensi e, tra i primi risultati, conferma che le attività dell’uomo alterano l’ecosistema forestale molto più velocemente di quanto avvenga naturalmente, fino a centinaia se non addirittura migliaia di volte. Per questo, affermano gli scienziati, l’Amazzonia sta avvicinandosi a un punto di non ritorno con conseguenze significative non solo per l’ecosistema locale ma anche per l’intero Pianeta.

L’Amazzonia conserva uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità della Terra, infatti, si calcola che il 10% delle specie vegetali e dei vertebrati del mondo viva proprio nella foresta pluviale. Non solo, la foresta amazzonica rappresenta uno degli ambienti più ricchi d’acqua dolce: nel solo Rio delle Amazzoni scorre il 20% dell’acqua dolce del pianeta. Acqua che non solo scorre ma evapora e piove. Infatti, la foresta genera la stessa pioggia che la alimenta grazie al vapore rilasciato dalle piante che sale sopra le chiome, condensa in atmosfera e poi precipita. Un ciclo perfetto che funziona da sempre e che le attività umane rischiano di interrompere. Meno alberi determinano meno pioggia e le minori precipitazioni provocano una riduzione del numero delle piante. Il rischio, dicono gli esperti, è che la foresta si trasformi in una savana, con un clima più secco e meno ricca di biodiversità.

La foresta, per fortuna è ancora enorme, si estende per 6,5 milioni di chilometri quadrati su un territorio che comprende nove stati del Sud America. Una foresta in salute è fondamentale per gli equilibri climatici del Pianeta, infatti, si stima che nella grande foresta siano immagazzinate fino a 200 miliardi di tonnellate di carbonio pari a oltre 700 gigatonnellate di anidride carbonica, il principale gas serra che provoca il riscaldamento della terra. La CO2 non può nuocere finché resta imprigionata nella foresta ma quando si abbattono gli alberi per dare spazio alle attività umane, si liberano in atmosfera quantità enormi di gas clima alteranti.

I ricercatori concludono: per salvare l’Amazzonia bisogna agire in fretta.