E’ la pianta delle feste natalizie per eccellenza: addobba case e negozi ed è la regina per fiorai e vivaisti delle nostre città. Stiamo parlando della Poinsettia, a tutti nota come stella di Natale. Oggi la associamo al Natale per il suo caratteristico colore rosso acceso, che da solo è capace di creare un’atmosfera natalizia unica. Non tutti sanno però che la stella di Natale viene da lontano e ha una storia antica. Scopriamola insieme.
Dalle antiche leggende ai giorni d’oggi
A legarla al Natale è stata in origine una leggenda messicana, che risale al Sedicesimo secolo. Pepita, una giovane ragazza molto povera, era rattristata perchè non aveva nulla da portare in dono a Gesù bambino per la notte di Natale. Le apparve allora un angelo che le assicurò che Gesù avrebbe accettato qualsiasi dono offerto con amore. Così Pepita compose un mazzolino di rametti ed erbe raccolte a bordo strada e lo portò nella chiesa del villaggio. Durante la messa di Natale, il bouquet di Pepita incominciò magicamente a germogliare e sbocciarono fiori di un rosso e verde accesissimi. Ecco che da allora la stella di Natale ha acquisito il nome simbolico di “Flores de Noche Buena”(in spagnolo Noche Buena indica la vigilia di Natale, la Notte Santa), diventando così la pianta natalizia per eccellenza.
Andando ancora più indietro nella storia sino al tempo degli Aztechi, troviamo un’altra leggenda, secondo la quale la pianta sarebbe nata dalle gocce di sangue del cuore infranto di una dea innamorata. Gli Aztechi chiamarono questa pianta “Cuetlaxochitl”, ovvero “Fiore che appassisce, fiore mortale che perisce come tutto ciò che è puro”. Il Cuetlaxochitl fu coltivato come dono dagli dei e Montezuma, l’ultimo dei re aztechi, adornò i suoi palazzi con questa pianta. Gli Aztechi usavano la linfa lattiginosa del Cuetlaxochitl come antipiretico e le sue brattee per estrarre il pigmento rosso usato poi per tingere i tessuti.
Nel 1804 la pianta raggiunse per la prima volta l’Europa, grazie allo scienziato naturalista Alexander von Humboldt. Venne catalogata a Berlino e chiamata col nome botanico Euphorbia pulcherrima: la più bella delle euforbie. Intorno al 1828, l’Ambasciatore americano in Messico, Joel Roberts Poinsett, cultore di botanica, portò la pianta in South Carolina, negli Stati Uniti. E proprio qui, in onore di Poinsett, ricevette il nome di “Poinsettia”. Inoltre dal 12 dicembre 1852 – anniversario della morte di Poinsett – viene celebrato negli Stati Uniti il “Poinsettia Day”: la giornata della Stella di Natale. E’ tradizione in questa giornata scambiarsi le stelle di Natale – una bella consuetudine che sta prendendo piede anche in Europa.
Dalla South Carolina la pianta si diffuse in varie parti degli Stati Uniti, che presentavano un clima sufficientemente caldo, compresa la California. Affascinato dalla bellezza delle piante rosse che crescevano spontaneamente vicino alla sua azienda agricola in California, un coltivatore californiano di nome Paul Ecke decise di cimentarsi nella loro coltivazione. Pensò poi di venderne i rami recisi in occasione del Natale, dando così il via a un giro d’affari in tutti gli Stati Uniti. A quanto pare fu proprio il marketing della famiglia Ecke a promuovere e diffondere in tutto il mondo l’associazione tra la Poinsettia e il Natale.
Un po' di botanica
Allo stato selvatico la Poinsettia è un arbusto che prospera nel clima sub-tropicale del Messico e che può toccare anche i 4 metri di altezza. La sua bellezza è senza dubbio la fioritura ma, al contrario di quello che si può pensare, il suo fiore, detto ciazio, non è rosso ma di colore giallo e circondato da una corona di brattee rosse. In botanica la brattea è una foglia modificata che accompagna fiori o infiorescenze. Le foglie vere e proprie sono di colore verde ma nel periodo invernale vengono quasi nascoste dalle “sorelle” di colore rosso.
È una pianta tipicamente fotoperiodica o brevidiurna; per questo la sua fioritura avviene in pieno inverno quando le giornate sono più corte. Una buona luminosità favorisce una crescita rigogliosa ma per avere una buona fioritura la pianta deve stare per buona parte della giornata al buio.
Alle nostre latitudini ha bisogno di crescere in serre, dove vengono coltivate ben oltre 100 varietà. Infatti, essendo facile da ibridare, viene proposta in nuove versioni: oltre alle classiche rosse, le più vendute, le brattee possono essere color crema, rosa cipria o intenso, screziate e profilate di bianco, arancioni o gialle. La loro forma può essere variegata: lanceolata, dentellata o perfino “riccia”. … Le stelle blu, frutto di una colorazione artificiali, sono meno durevoli.
Consigli per la cura della Stella di Natale
Non è sempre facile mantenere in buona salute le stelle di Natale nelle nostre case. L’impresa però non è impossibile: ecco pochi e semplici consigli per far durare queste piante anche dopo le festività natalizie.
La Stella di Natale vive bene in luoghi luminosi con temperature comprese tra i 15 e i 22°C, non ama il freddo, gli sbalzi termici e le correnti d’aria.
La sua temperatura ideale, perché assuma il colore intenso che conosciamo, è intorno ai 18°C e, se nebulizzata regolarmente con dell’acqua, la fioritura dura più a lungo.
Soffre l’esposizione diretta al sole e l’abbondanza d’acqua, soprattutto i ristagni nel sottovaso. Inoltre sopporta male le annaffiature dirette sulle foglie.
L’uso dei fertilizzanti è sconsigliato durante il periodo di fioritura; terminata la fioritura va concimata una volta al mese.
Contrariamente a quanto siamo abituati a pensare, la stella di Natale non muore dopo poche settimane dall’acquisto. Non va quindi buttata quando sfiorisce e perde le foglie e le brattee, ma va potata lasciando steli di massimo 10 centimetri, rinvasata e posizionata all’esterno, in un luogo luminoso ma non esposta direttamente ai raggi del sole. A ottobre e novembre bisognerà tenerla al buio (o coprirla con una busta nera) per almeno 15 ore al giorno, dal pomeriggio alla mattina successiva. È proprio il buio, infatti, che favorisce la fase vegetativa e lo sviluppo delle brattee rosse.