Lo studio riguarda la piramide di Micerino, la più piccola delle tre grandi piramidi della piana di Giza Plateau, in Egitto. Gli autori hanno esaminato il lato orientale della struttura, lungo la facciata in granito lucidato, per verificare un’ipotesi secondo cui potrebbe esserci un ingresso secondario. Per sondare l’interno della piramide senza danneggiarla sono state impiegate tre tecniche non distruttive: tomografia di resistività elettrica (ERT – Electrical Resistivity Tomography), radar a penetrazione nel suolo (GPR – Ground Penetrating Radar) e test ultrasonici (UST – Ultrasonic Testing). I dati provenienti da queste tecniche sono stati poi combinati grazie a un processo chiamato “image fusion”, che permette di sovrapporre e correlare i risultati per ottenere una visione più affidabile delle anomalie. I risultati hanno mostrato due anomalie chiaramente individuabili dietro i blocchi di granito lucenti della facciata orientale. Queste anomalie sono state interpretate come possibili cavità d’aria — cioè degli spazi vuoti dietro la parete esterna. Una delle cavità si trova a circa 1,4 metri di profondità dietro la facciata, con dimensioni approssimate in 1,5 metri per 1 metro. L’altra si trova a circa 1,13 metri di profondità, con dimensioni circa 0,9 per 0,7 metri. Gli autori sottolineano che queste cavità non sono confermate come corridoi o stanze, ma la loro presenza rende molto plausibile l’idea che ci possa essere un ingresso secondario o almeno uno spazio nascosto dietro la facciata orientale della piramide. L’utilizzo combinato delle tecniche e la fusione delle immagini hanno consentito una precisione maggiore nell’individuare questi spazi, rispetto a quello che sarebbe stato possibile usando un solo metodo. Questo studio rappresenta un passo significativo per la comprensione della struttura interna della piramide di Micerino. Pur non offrendo ancora una conferma definitiva di un nuovo ingresso, fornisce evidenze solide che indicano la presenza di anomalie interne che meritano ulteriori indagini. Fornisce inoltre un esempio di come la tecnologia moderna possa aiutare a esplorare e capire monumenti antichi senza danneggiarli.