Le capacità cognitive, come l’attenzione o la memoria, sono molto più sviluppate in coloro che praticano sport, soprattutto di squadra. Diversi studi rivelano che gli atleti, confrontati con semplici studenti, sono in grado di elaborare scene dinamiche in modo più accurato. In particolare, per acrobati, ginnasti e tuffatori è fondamentale la memoria muscolare che migliora grazie all’allenamento. Inoltre, l’equilibrio è alla base del percepire dove si trovino i loro corpi nello spazio, grazie all’attivazione di una regione alla base del cervello, il cervelletto. Se il “meccanismo” non dovesse funzionare correttamente, ci sarebbero conseguenze tragiche. Passiamo ad un esempio concreto. “Entrerà nella strike zone e quanto velocemente arriverà verso di loro?” può essere una delle tante domande che si pone un giocatore di baseball durante la partita. Questo quesito attiva i neuroni del cervello collocati nel “solco temporale”, che non portano solo all’avanzata percezione dei movimenti, ma anche a tradurne le intenzioni, basandosi semplicemente su indizi visivi. Durante una partita, secondo le situazioni, ad esempio, un calciatore che palleggia in una direzione potrebbe dover cambiare rapidamente direzione se fosse avvicinato da un giocatore della squadra avversaria. Diventa necessario spostare l’attenzione per agire diversamente, e attivare la cosiddetta “elasticità mentale”, come confermano studi dell'Organizzazione mondiale della Sanità o le pubblicazioni di Christoph Handschin, ricercatore specializzato in muscoli e professore di farmacologia dell’Università di Basilea, in Svizzera. Il caso di Olga Kotelko, un’atleta ultranovantenne che ha detenuto oltre 30 record, è esemplare. Dopo la sua morte, i suoi colleghi analizzarono il cervello per spiegare i successi e, di fatto, una parte della sua mente era rimasta intatta, quella chiamata “materia bianca”, ovvero le connessioni tra neuroni e diverse regioni del cervello. Lo sport, insomma, non solo migliora il fisico, ma potenzia anche le capacità cognitive, rendendoci più reattivi ed elastici mentalmente. Per questo, è fondamentale incentivare fin da piccoli l’allenamento del cervello attraverso alcune discipline dinamiche.
A cura di Rouane Bouazza, Tommaso Agazzi, 3A, liceo scientifico G. Natta, Milano