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Dal Maryland arriva uno studio per realizzare celle solari notturne

09 marzo 2020
2 min di lettura
09 marzo 2020
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Un team di ricerca dell’Università del Maryland sta progettando nuovi dispositivi per produrre energia anche durante le ore notturne. Tutti sappiamo che il fotovoltaico possiede un grande potenziale all’interno della transizione energetica: il sole è ovunque, è un’energia gratuita e le tecnologie per sfruttarla stanno implementando l’efficienza  e riducndo i costi. Sappiamo anche che questa energia è disponibile solo nelle ore diurne. Partendo da questo limite i ricercatori hanno messo a punto un dispositivo fotovoltaico alternativo che utilizza la terra come fonte di calore e il cielo notturno come dissipatore. Nascono così le celle solari notturne, dispositivi che però hanno un funzionamento completamente diverso dai classici pannelli fotovoltaici. Nel dettaglio, le celle solari notturne sono costituite da fotovoltaico termoradiativo (un dispositivo ibrido che accoppia una cella termoradiativa ad una tradizionale cella fv) e da un sistema che sfrutta il raffreddamento radiativo. Quest’ultimo è un fenomeno naturale grazie al quale il calore è irradiato nello spazio dalla superficie della Terra o da un oggetto caldo durante la notte.

Una normale cella solare genera energia assorbendo la luce, generando una tensione e il flusso di corrente. In questi nuovi dispositivi, invece, viene emessa luce e la corrente e la tensione vanno nella direzione opposta, ma si genera comunque energia”, ha spiegato Minday. “Devi usare materiali diversi, ma la fisica è la stessa”. Attualmente si sta lavorando sui primi prototipi fisici  e i ricercatori sono convinti che si possa arrivare a progettare celle con una potenza fino a 50 W per metro quadrato in condizioni ideali, circa un quarto di ciò che la tecnologia fotovoltaica convenzionale può generare di giorno. Con opportune modifiche, inoltre, potrebbe funzionare anche durante le ore di luce creando un sistema potenzialmente attivo 24 ore su 24. I risultati dello studio sono stati pubblicati del numero di gennaio di ACS Photonics (testo in inglese).